Ius Soli o ius scholae, questo è il dilemma. Se la destra si divide sulle proposte in materia di cittadinanza, con Lega e FdI nettamente ostili e Forza Italia più aperta al confronto, la sinistra mette da parte tutte le divergenze interne agli schieramenti e affida all’estremismo di Ilaria Salis una risposta tanto surreale quanto preoccupante. La nuova stella di Avs, visto il silenzio assordante della gauche, prende carta e penna e scrive un post infuocato indirizzato sia contro il governo presieduto da Giorgia Meloni sia contro l’intera società italiana, colpevole addirittura di avere al suo interno un “razzismo sistemico” strisciante.
“Solo in una società dove il razzismo è sistemico, spesso così radicato da non percepirlo nemmeno, si può accettare una discriminazione codificata nella legge”, esordisce senza tanti giri di parole l’eurodeputata di Alleanza Verdi-Sinistra. Il riferimento, nemmeno troppo velato, è alla doppia proposta che saltuariamente infuoca il dibattito politico nostrano: ius soli da una parte e ius scholae dall’altra, nella sua versione più moderata. Due strade percorribili che però, secondo la Salis, “non sono punti di arrivo, tutt’al più possono essere dei passaggi”. Il motivo è presto detto: il piano di Ilaria è quello di andare oltre tutti questi slogan e proporre “una battaglia di tutte e tutti per affermare una reale uguaglianza”. E il paradosso è servito: per combattere la malattia degli slogan, Salis propone uno slogan dogmatico come vaccino.
"lo ius scholae, che pur scandalizza le destre peggiori, è una riforma gravemente insufficiente e rischia persino di introdurre altre discriminazioni, non tenendo conto per esempio del fenomeno della dispersione scolastica". E non andrebbe bene nemmeno lo ius soli: "Sarebbe troppo poco". Insomma, un modo come un altro per divagare sul tema e attaccare gratuitamente la società italiana e non solo. E infatti le frecce contro il governo di centrodestra non tardano ad arrivare: "Quando lavoravo come maestra avevo classi, quasi intere, di bambini che periodicamente dovevano assentarsi per recarsi in questura a rinnovare il permesso di soggiorno”, scrive Salis sul suo profilo social.
"Che dei ragazzini nati e/o cresciuti in Italia non possano vivere sereni al pari dei propri compagni è una barbarie inqualificabile. Chiunque abbia un briciolo di umanità e decenza, dovrebbe scagliarsi contro chi difende un simile modello di società. È una questione di civiltà, livello base.
Ma la faccenda è ben più ampia di come viene ridotta nel dibattito pubblico”, conclude la giovane eurodeputata. Peccato che spostare un dossier così complicato sul piano della morale, oltre ad essere sbagliato, risulta perfino controproducente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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