Sarah Disabato, la consigliera grillina che sgambetta il Pd in Piemonte

Ex collaboratrice per diverse società sportive, la rappresentante del movimento pentastellato cercherà di rubare voti al Partito Democratico per giocarsi la complicata sfida a turno unico contro Gianna Pentenero (centrosinistra) e il governatore uscente di centrodestra Alberto Cirio

Sarah Disabato, la consigliera grillina che sgambetta il Pd in Piemonte
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E così, oltre a Bari, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle si presenteranno divisi alle elezioni anche per la scelta del nuovo governatore del Piemonte. Ma se alle Comunali esiste il ballottaggio - e quindi il candidato sconfitto nel capoluogo pugliese potrà poi apparentarsi con quello alleato per sconfiggere quello di centrodestra - alle Regionali c'è soltanto un turno secco. E questa scomposizione a sinistra potrà solo favorire la corse di una coalizione unita come quella che sosterrà la conferma del presidente di regione uscente, Alberto Cirio (Forza Italia). La scelta effettuata in totale autonomia qualche settimana fa da Pd ha provocato lo strappo nel territorio a Nord-Ovest dell'Italia con il Ms5 che - almeno in questa circostanza - ritornerà alle proprie origini, senza quindi inserirsi in nessun tipo di alleanza. Troppo evidenti i contrasti con la classe dirigente locale dem (soprattutto per una tema dirimente in quella regione come quello del Tav) così come le recentissime inchieste giudiziarie a Torino su Salvatore Gallo, esponente politico storico del centrosinistra, ha contribuito a tenere dem e grillini a debita distanza tra loro. Il risultato è che contro Gianna Pentenero (assessore comunale del Pd) ci sarà Sarah Disabato in questo "derby" tutto interno al campo largo.

Nata a Torino il 1° ottobre del 1988, Sarah Disabato Disabato si laurea in Scienze Biologiche presso l'Università degli Studi dello stesso capoluogo piemontese. Le sue prime esperienze professionali la vedono come collaboratrice per diverse società sportive a partire dal 2009: un ruolo lavorativo che porterà avanti fino al 2019. Nel frattempo, nel 2013, comincia a partecipare alle riunioni del gruppo Piemonte del Movimento 5 Stelle. Un avvio di militanza grillina che le consentirà un anno più tardi di potersi candidare alle elezioni amministrative, risultando eletta nel Consiglio Comunale di Collegno (provincia di Torino) nella tornata elettorale che vede trionfare il nuovo sindaco Francesco Casciano grazie alla coalizione composta da Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà. Durante questa legislatura, Disabato è componente delle Commissioni Consiliari I, IV e VII (Bilancio, Ambiente e Regolamenti). Al termine di quella esperienza, nel 2019, arriva per lei l'occasione delle elezioni regionali del Piemonte alle quali viene eletta per la prima volta in Consiglio regionale (quota proporzionale) nella circoscrizione di Torino, ricevendo 1.230 voti di preferenza. Attualmente è coordinatrice regionale del movimento pentastellato piemontese.

L'ex consigliera comunale della località che ha dato il titolo a un celebre film di Totò ("Lo smemorato di Collegno") rappresenterà quindi il partito guidato da Giuseppe Conte alle elezioni che si terranno in Piemonte l'8 e il 9 giugno prossimi, in concomitanza con le Europee. Per lei, di fatto, si tratterà del terzo mandato: una possibilità dettata dalla deroga lanciata da Luigi Di Maio - rispetto alle due legislature massime - secondo la quale se uno viene eletto consigliere comunale o municipale al suo esordio politico e poi decide di ricandidarsi (senza diventare né presidente di municipio né sindaco), allora quello precedente, cioè il "mandato zero", non vale.

Sarah Disabato ha vinto la concorrenza degli altri nomi in lizza: ovvero quelli dell'ex senatrice Susy Matrisciano, del consigliere regionale Ivano Martinetti e dell'ex assessore comunale nella giunta Appendino, Alberto Unia.

Proprio Disabato nelle scorse settimane aveva fatto parte del tavolo di trattativa con il Partito democratico, alla ricerca della formazione di un'alleanza giallorossa che poi non ha preso corpo a causa delle numerose resistenze, soprattutto da parte del Movimento 5 Stelle. La fatidica "questione morale" ha avuto così la meglio nello scontro con il Partito Democratico, che con tutta probabilità spianerà la strada a un bis di Cirio.

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