“Schlein generosa, ora tocca a Conte”. Bersani benedice il campo largo

L'ex segretario dem promuove l'alleanza giallo-rossa e incalza il leader pentastellato: "Schlein generosa, adesso tocca a Conte

“Schlein generosa, ora tocca a Conte”. Bersani benedice il campo largo
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Campo largo o non campo largo, questo è il dilemma. Il dubbio amletico del nuovo Partito democratico targato Elly Schlein gira intorno al nodo delle alleanze. Seguire il massimalismo grillino o provare a correre da soli; essere subalterni al Movimento 5stelle o creare un’identità chiara ma distante da Giuseppe Conte e i suoi. E ancora: accodarsi al radicalismo pentastellato o cercare il dialogo con l’ala riformista e moderata del partito. Dalle parti del Nazareno, sede del Partito democratico, la discussione è aperta. L’ex segretario dem, Pier Luigi Bersani, non ha dubbi: “Il Pd non può fare l’alternativa da solo, si vince uniti”.

Bersani promuove il "campo largo"

La “cosa” giallo-rossa, l’alleanza tra dem e grillini, segue perfettamente le parole di Antonello Venditti in un suo noto brano.“Certi amori – diceva il cantautore romano – non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”. Il cuore di alcuni esponenti di peso del Pd, da qualche anno a questa parte, batte forte per il Movimento 5stelle. Tra questi, sicuramente, troviamo Pier Luigi Bersani. Incalzato da La Stampa, l’ex segretario del Nazareno, prova a mettere alcuni paletti fissi. In primis, l’alleanza strutturarle con i grillini:"Schlein ha dimostrato di essere generosa. Adesso tocca a Conte”. L’invito è già stato recapitato:“Man mano che si disvela cos’è la destra - evidenzia Bersani - sarà più avanti nella nobile gara di costruzione dell’alternativa non chi è più settario, ma chi sarà più generoso”. Il riferimento, chiaro ed esplicito, è a Giuseppe Conte e alla sua strategia.

Il leader pentastellato, come si è visto negli ultimi 3 mesi, è intenzionato a marcare le differenze con il Pd, sia per metterlo in difficoltà sia per tenersi le mani libere in vista delle Elezioni europee del prossimo anno. Una scelta che, secondo l’ottica di Bersani, non è lungimirante: “Cosa ce ne frega – spiega l’ex segretario – di avere due o tre punti in più alle Europee se perdiamo la società”. L’unica possibile via d’uscita è mettere da parte le enormi differenze politiche e assemblare una “nuova” accozzaglia giallo-rossa.“Né il Pd né i 5stelle – spiega Bersani – possono fare l’alternativa da soli. Allora il tema è: vogliamo farla, l’alternativa alla destra, sì o no?”.

Il metodo Bersani è presto detto: “Parti da quello che ti unisce e rendi compatibile quel che ti differenzia o ti divide. Così hanno fatto la destra, l’Ulivo, l’Unione”. Una strategia, a ben vedere, che non tiene conto della distanza valoriale enorme tra i due partiti. Da una parte il Partito democratico, partito di governo e moderato per eccellenza, ora messo in discussione dalla stessa segretaria.

Dall’altro il Movimento 5stelle, un partito interprete del trasformismo: prima un movimento anti-sistema, poi parte integrante dell’ambiente che voleva abbattere, ora partito massimalista con evidenti ambiguità internazionali. Due culture diverse a confronto. L’invito di Bersani è chiaro. Ora la palla passa alla segretaria dem, Elly Schlein.

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