Scontri a Bologna, La Russa: "Certa sinistra scende in piazza con i facinorosi"

Il presidente del Senato invita una parte della sinistra ad abbandonare la tolleranza verso gli estremisti: "Deve recidere il cordone ombelicale con certe compagnie"

Scontri a Bologna, La Russa: "Certa sinistra scende in piazza con i facinorosi"
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Violenze antifasciste, disordini firmati centri sociali e ore di tensione. Poi, a stretto giro, accuse politiche incrociate, ricostruzioni fantomatiche ed ideologiche. All’indomani degli scontri a Bologna tra le forze dell’ordine e la sinistra più estrema, il tono del dibattito politico è ancora molto alto. Ieri le frecciate, poi smentite dal Viminale, del primo cittadino bolognese Matteo Lepore che accusava il governo di aver “mandato 300 camicie nere” nel capoluogo emiliano. Oggi, in una intervista rilasciata al Corriere della Sera, arriva la risposta piccata di Ignazio La Russa.

Il presidente del Senato, dopo le immagini di ordinaria follia terminate con il ferimento di tre agenti, ha visto abbastanza. Il suo messaggio è perentorio ed è rivolto a quella parte della sinistra che, se da un lato non si dimentica giustamente dell’estrema destra, dall’altro chiude un occhio davanti ai suoi compagni più rossi. “C’è un cordone ombelicale che la sinistra deve decidersi a recidere. Non basta essere d’accordo su principi generali, come l’antifascismo, per unirsi a qualsiasi compagnia”, esordisce senza tanti giri di parole la seconda carica dello Stato. Poi aggiunge: “Le compagnie bisogna scegliersele. O si finisce per offrire un ombrello ai violenti”.

E per quanto riguarda le “300 camice nere” a cui faceva riferimento Lepore, il presidente del Senato precisa con dovizia di particolari: “Si può essere d’accordo oppure no con le ragioni di chi manifesta, ma non si può pretendere che si vietino quando le autorità preposte ne riconoscono la liceità. E a Bologna la Questura ha autorizzato dando prescrizioni molto restrittive ai manifestanti di Casa Pound. Poi, però, arriva il paragone contro una certa sinistra: “Nessuno di noi, però, si offre di andare in corteo con gruppi estremisti. Certa sinistra, invece, scende in piazza con i facinorosi”. Una stoccata che farà discutere e sicuramente alimenterà le reazioni indignate del Partito democratico e non solo. Ma la sortita di La Russa non è casuale.

Il presidente si riferisce a “quella parte di forze politiche troppo accomodanti, per esempio, con le forme di antisemitismo che vengono mascherate da iniziative in difesa della Palestina”. E ancora “C’è una cultura troppo tollerante con la violenza, troppo nemica delle forze dell’ordine, troppo sorda alle istanze di sicurezza. Ed è evidente che non siano posizioni attribuibili all’attuale governo. Facciamoci tutti un esame di coscienza”. Insomma, un’escalation verbale che, seppur con tonalità e sfumature diverse, viene alimentata anche dal segretario della Cgil Maurizio Landini. “Certe parole, come quelle del segretario della Cgil, possono poi — per alcuni e contro la sua volontà — tradursi in atti violenti.

E se questi succedono non ci si può meravigliare o prendere le distanze quando è troppo tardi”, conclude La Russa. Il riferimento è alla “rivolta sociale” evocata dallo stesso Landini solo pochi giorni fa.

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