"Si suò sempre migliorare". Meloni dà le pagelle al governo

A 19 mesi dal suo insediamento a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio (come voto alla maturità) si sente di darsi un 75/100: "Emozionante vedere quando la politica riesce a fare qualcosa che rimane a disposizione della gente"

"Si suò sempre migliorare". Meloni dà le pagelle al governo
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I voti al governo dell'Italia li dà direttamente la persona che lo presiede: Giorgia Meloni. Il presidente del Consiglio rilascia una lunga intervista a "PolitiGame", il format del portale Skuola.net che, realizzato in collaborazione con Binario F., in questi giorni si sta confrontando con molti leader politici in vista delle elezioni europee. E, naturalmente, le questioni legate all'istruzione non potevano essere messe in secondo piano in questo faccia a faccia. Gli intervistatori le chiedono infatti come andasse a scuola: "Avevo la media alta con una condotta bassa, ho preso la maturità linguistica con 60/60", afferma la Meloni, aggiungendo che non fosse una "secchiona". La materia preferita erano "le lingue, avrei tanto voluto fare l'interprete", mentre pollice verso per la matematica: "Oggi ho il problema con mia figlia, che mi chiede di aiutarla".

Per quanto non studiasse tanto, "però andavo bene. Ero la classica che si chiudeva la notte prima dell'interrogazione, studiava mezzo programma e si presentava preparata". La condotta? "Era bassa, di solito era 7 al primo quadrimestre, poi 8 al secondo, alla fine me la cavavo". Ecco poi arrivare all'autovalutazione sull'azione dell'esecutivo nazionale che la premier guida da 19 mesi. Che voto di maturità darebbe al mio governo? "Darei 75 su 100, perché si può sempre migliorare, anzi si deve sempre migliorare, non ci si deve mai accontentare, finché non è 100 devi lavorare di più". Meloni ribadisce di avere svolto un "grande lavoro, l'ultimo a Caivano, un'emozione molto bella vedere quando la politica riesce a fare qualcosa che rimane, che è fisico, che è visibile, che è un mattone, che rimane a disposizione della gente". La coalizione di centrodestra ha sostanzialmente fatto "più cose di quelle che riusciamo a comunicare, mentre ho visto molti politici che comunicavano più di quello che facevano".

La leader di Fratelli d'Italia rivendica il voto ai fuorisede per le Europee che "è un'altra piccola grande cosa, però di segnale per gli studenti, che non dovranno tornare a casa per votare". Votare è un diritto e, quindi, i ragazzi "potranno votare comodamente dove stanno facendo l'università". Se ne parlava da anni, "alla fine l'abbiamo fatta. Sono stata molto contenta, pure una delle poche cose su cui c'è stato consenso unanime che con questo governo non è una cosa facile. Bisogna procedere anche per le altre" competizioni elettorali. In ogni caso, l'elemento di cui lei va più orgogliosa in assoluto sono i dati sull'occupazione. "Il fatto che noi abbiamo avuto 600mila lavoratori in più, il record storico dell'occupazione, del numero di occupati, dei contratti stabili, dell'aumento dell'occupazione femminile". Sulla famiglia, poi, si è lavorato molto per "aiutare soprattutto la libertà di poter crescere dei figli, di aiutare le mamme a non dover scegliere tra mettere al mondo un bambino e poter avere un posto di lavoro". Il governo si è concentrato molto su questo: "Dall'assegno unico ai congedi parentali. Poi tutto il lavoro che abbiamo fatto sugli asili credo sia un altro segnale - aggiunge - per i genitori e per i figli che possono avere condizioni di vita migliori".

Infine le future alleanze in Ue: "Con la sinistra non ci posso stare né in Italia, né in Europa, né da nessuna parte". L'alleanza con il Partito popolare europeo è invece percorribile, "con tutto quello che è centrodestra, come accade in Italia, si trovano delle sinergie. Io penso che anche in Europa vada costruita una maggioranza compatibile". E questo sarebbe l'opposto di quanto è accaduto anche in Europa in questi cinque anni "in cui abbiamo avuto i popolari che erano tendenzialmente di centrodestra, che governavano con i socialisti che erano tendenzialmente di centrosinistra", mentre l'Europa ha bisogno "di una visione in questo momento", di "soggetto politico vero", soprattutto nel "caos nel quale ci troviamo". Meloni garantisce che difenderà "gli interessi nazionali senza farne parte al Parlamento europeo".

Quanto a un possibile bis di Ursula Von Der Leyen, "tutti parlano del presidente della Commissione. Secondo me il presidente della Commissione è l'ultimo dei problemi - conclude - perché il punto non è chi fa il presidente della Commissione, il punto è qual è la maggioranza che lo sostiene".

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