"Solo perché c’è la Meloni". Marco Rizzo smonta lo sciopero generale di Landini

Il leader di Democrazia Sovrana Popolare smaschera il protagonismo fazioso di Landini: "Sciopera solo perché c'è la Meloni, prima non ha fatto nulla"

screen da 4 di sera / rete 4
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La solitudine politica di Maurizio Landini è sempre più evidente. Se da destra viene legittimamente criticato per il suo operato fazioso, è da sinistra che il segretario Cgil deve guardarsi le spalle. Le dichiarazioni sferzanti targate maggioranza, ormai, lasciano spazio alle pugnalate dei numerosi ex compagni di lotta, di colleghi sindacalisti e di vecchi e nuovi comunisti. Insomma, una rivolta rossa della quale Marco Rizzo, numero uno di Democrazia Sovrana Popolare, è il primo esponente.

Ospite del programma politico 4 di sera, su Rete4, Rizzo non solo attacca nel merito dell’ultimo sciopero generale annunciato dalla Cgil ma smaschera il metodo ideologico di Landini e soci. Incalzato nel merito dell’ultima crociata landiniana, il leader di uno dei partiti schierati più a sinistra nell’arco parlamentare, prende le parti di Giorgia Meloni e del governo che presiede. "Oggi il sindacato fa bene a fare lo sciopero generale ma lo fa solo perché c'è la Meloni al governo”, esordisce Rizzo senza tanti giri di parole. Poi, a stretto giro, continua: “Perché quando toglievano l'articolo 18, quando c'era il Jobs Act e gli elementi strutturali di distruzione dei diritti dei lavoratori non ha fatto nulla".

Poche parole che svelano una sola certezza. Lo strumento democratico per eccellenza come lo sciopero, in troppi casi, viene purtroppo utilizzato come avanguardia di una campagna ideologica costante contro una determinata parte politica. Fuor di metafora, questo il ragionamento di Rizzo, lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil per il prossimo venerdì 29 novembre diventa il mezzo perfetto per concludere una crociata mediatica anti-Meloni. L’esatto opposto di quello che sarebbe successo se, a Palazzo Chigi, invece di una leader fieramente di destra, ci fosse stata una segretaria di un partito di centro sinistra.

La linea dura di Rizzo, a ben vedere, è condivisa anche dagli teorici compagni del sindacalismo rosso. Tra questi il segretario della Cisl, Luigi Sbarra. Intervistato da Il Giornale, Sbarra è entrato a gamba tesa nell’ultimo periodo di protagonismo firmato Landini. “Non vorrei essere polemico, ma il sospetto di approccio ideologico c'è”, ha ammesso Sbarra.

Poi la stoccata finale: “Ma così si lasciano soli i lavoratori e si finisce anche ai margini nei luoghi di decisione. È un modo di fare sindacato che non ci appartiene. Noi contrattiamo e portiamo a casa risultati, il che non vuol dire rinunciare al conflitto”.

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