Orlando pronto a correre in Liguria: "Fuori altri nomi se ci sono"

L'esponente dem spezzino si lancia nella corsa alle Regionali. E chiede l'appoggio di tutti i partiti di opposizione: da Calenda a Fratoianni

Orlando pronto a correre in Liguria: "Fuori altri nomi se ci sono"
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Manca solamente l'ufficialità, ma il dado sembrerebbe ormai essere tratto: il candidato del centrosinistra per la presidenza della Regione Liguria sarà Andrea Orlando: "Sono disponibile, ma non decido da solo. Vedrà la coalizione come posso dare una mano e in che ruolo". 55 anni, origine spezzina, l'ex ministro del Lavoro ha sciolto la riserva con un'intervista al Secolo XIX che appare molto di più di una semplice dichiarazione di intenti: "Se ci sono altri nomi, se ci sono perplessità sul mio, se si pensa che ci sia qualcuno più adatto, è ora il momento che si tirino fuori - afferma in maniera perentori -. Non lo dico con aria di sfida, ma perché penso che veramente dobbiamo scegliere la soluzione migliore. È ora di scoprire le carte, è ora di scoprire le carte per mettere in campo una vera alternativa per la Liguria".

Lo storico esponente del Partito Democratico vuole quindi riportare l'alleanza rossa a capo del territorio ligure in occasione delle prossime imminenti elezioni regionali che si terranno in autunno dopo le dimissioni forzate di Giovanni Toti, agli arresti domiciliari da quasi tre mesi. L'ex Guardasigilli detta i tempi: "Entro Ferragosto dobbiamo tenere il vertice per avere il programma e il candidato". Nonché il campo largo che - a quanto pare - potrebbe essere anche "larghissimo" inserendovi anche Azione e Italia Viva, oltre agli immancabili Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra. Un'ammucchiata che, a livello regionale, non ha portato per nulla bene in Abruzzo lo scorso 10 marzo stanti i sette punti percentuali di differenza a favore di Marco Marsilio contro Luciano D'Amico.

Tra tre mesi e mezzo tuttavia, sarà un'altra storia: anche per via dei risvolti giudiziari del terremoto giudiziario in giunta che inevitabilmente condizioneranno l'azione dei rappresentanti del centrodestra. E Orlando questo lo sa bene: "Loro sono in una fase complicata, non perdiamo l'occasione". Anche se, allo stessi tempo, le prime considerazioni programmatiche dell'esponente del Pd assomiglino a una supercazzola: "Io credo che un certo civismo moderato di questa regione possa trovare una sua sede in un centrosinistra rinnovato - afferma testualmente - sulla base di un accordo essenziale che parta dalla tutela del territorio e dalla contemporanea costruzione di un metodo di governo che rompa alcune dinamiche Genova centriche". In soldoni: le opposizioni vadano tutti insieme appassionatamente a braccetto pur di tornare al potere.

Nel probabile Election day del 17-18 novembre torneranno al voto anche Emilia-Romagna e Umbria e Stefano Bonaccini sogna la tripletta della spallata al governo Meloni: "Il risultato avrà una potenza nazionale. Considero una proposta di grande valore. L'importante è che, chiunque sia la candidata o il candidato, si arrivi a una figura in grado di unire tutto il centrosinistra". E in effetti a Bologna il successore del neo europarlamentare eletto potrebbe essere l'attuale sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, mentre la prima cittadina di Assisi, la dem Stefania Proietti, dovrebbe sfidare la leghista Donatella Tesei (governatrice uscente) nella regione umbra.

Lo schema è sempre lo stesso: l'accozzaglia rossa senza "se" e senza "ma", anche (per non dire soprattutto in prospettiva nazionale). E fa niente se fino a ieri Renzi, Calenda e Conte non potevano neanche incontrarsi per trenta secondi. Si farà comunque così: giusto per vedere di nascosto l'effetto che fa.

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