"Sparate a Salvini". Ecco cosa condivideva il collaboratore della Salis

Il curriculum del collaboratore di Ilaria Salis, Mattia Tombolini, si aggiorna. Dopo aver difeso a spada tratta il rogo del fantoccio di cartapesta di Giorgia Meloni, la Lega scopre cosa condivideva nel “lontano” 2018 contro Matteo Salvini. Il collaboratore dell’eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra, infatti, oltre a commentare il video dello spettacolo andato in scena durante il Carnevalone Liberato organizzato dall’Arci, si esibiva in diverse condivisioni social quantomeno discutibili.

Il post condiviso

“Non sparate a salve”, scriveva su X, l’ex Twitter, in risposta a una foto di una scritta ancora più preoccupante. “Non sparate a salve, sparate a Salvini”. Il messaggio intimidatorio era rivolto proprio verso l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il post è facilmente consultabile proprio sul suo profilo social. Datato 11 luglio 2018, Tombolini condivideva su X l’ennesima minaccia contro il leader della Lega.

La replica della Lega

Un post ripescato dal profilo ufficiale del partito guidato da Salvini. "Ecco cosa condivideva nel 2018 il collaboratore della Salis”, esordisce la Lega nell’ultimo post condiviso su Instagram. E attacca: “Ma non solo: sui suoi profili social si trovano foto di centri sociali, roghi e di poliziotti presi a bastonate, con tanto di testo in cui si definisce affascinato”. Da qui la Lega evidenza il doppio standard che alberga a sinistra: tollerante con gli alleati e illiberale con gli avversari politici. “Ma loro sono quelli buoni e tolleranti…”, sentenzia il profilo della Lega. Che conclude: “Una sola parola: squallido”.

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Lega - Salvini Premier (@legaofficial)

Una notizia preoccupante se letta in combinato disposto con l’ultimo commento dello stesso Tombolini sul rogo del fantoccio somigliante alla presidente del Consiglio.

Il collaboratore della Salis ha postato quest'anno il nuovo video commentando con "Brucia meravigliosa!". Per fortuna la solidarietà a Giorgia Meloni e al suo governo è arrivata dall’intero arco parlamentare. O quasi.