Il governo “da l’impressione di voler sollecitare la sensazione di stato d’assedio”. Le parole di Massimo Giannini, direttore de La Stampa, danno l’idea della confusione che aleggia a sinistra. Le dietrologie, come ogni storia italiana che si rispetti, non potevano mancare e per attaccare un governo di centrodestra risultano perfino utili. Il caso Cospito e il suo riverbero politico alimentano i cortocircuiti della sinistra: ora, ad alimentare la tensione nel Paese, sarebbe l’esecutivo di centrodestra e non i simpatizzanti anarchici di Cospito. L’assurdo supera la realtà.
Il teorema della sinistra
Massimo Giannini, trincerato da Lilli Gruber a Otto o Mezzo, riesce nell’impresa di invocare gli anni di piombo e la cosiddetta “strategia della tensione”. Il cortocircuito politico qui va oltre ogni tipo di immaginazione. Il direttore de La Stampa, con buona pace della logica, rivolta le violenze anarchiche degli ultimi giorni e dà la colpa all’esecutivo di“alimentare questa sensazione di stato d’assedio”. E aggiunge:“Mi da l’impressione che in qualche misura la volgiamo sollecitare”. Quindi ora la colpa sarebbe del governo, che alimenta la tensione sociale nel Paese?
Ieri pomeriggio comincia l’avanguardia del Pd a denunciare i metodi dell’esecutivo. La giovane candidata alla segreteria, Elly Schlein, non riesce a contenersi e con un linguaggio poco sorvegliato bacchetta il governo “autoritario” di centrodestra: “Quello che accade – spiega a Radio Immagina –è di una gravità istituzionale inaudita”. Attenzione, la minaccia squadrista è dietro l’angolo: “Un sottosegretario rivela informazioni sensibili, per stessa ammissione del ministro Nordio, per essere utilizzate da un esponente della maggioranza per manganellare l’opposizione”. A nulla è servita la nota di Via Arenula, attribuibile al cento per cento al Guardasigilli veneto, che smentisce la ricostruzione della giovane candidata Pd. La natura del documento, rivelato da Donzelli alla Camera,“non disvela contenuti sottoposti al segreto investigativo o rientranti nella disciplina degli atti classificati”.
Passa la nottata, ma nulla da fare. All’alba i dem rincarano la dose. Intervistati dai maggiori quotidiani progressisti, si scordano della violenza anarchica e puntano il dito contro Giorgia Meloni e il suo esecutivo. Non poteva mancare all’appello Rosy Bindi, definita ai tempi dei governi Prodi “la pasionaria” del Partito democratico. Intervistata da La Stampa, l’influenza di Giannini e della sua “strategia della tensione” è evidente. Le dietrologie non possono mancare:“Come si permette questa destra di usare strumenti intimidatori? Non vorrei che dietro vi fosse altro”
Il Pd e Conte strillano
Il vicesegretario dem Giuseppe Provenzano, incalzato da Repubblica, non riesce a contenersi: “Donzelli e Delmastro devono essere cacciati. Quando il principale partito di governo sferra, in maniera compatta, con metodi squadristi, un attacco al primo partito d’opposizione non può che scattare un allarme”. Il senatore del Pd, Valter Verini, commentando l’appello all’unità di Giorgia Meloni, non è da meno:“Quello è un appello ipocrita – dice al Corriere della Sera - Richiama all’unità ma nei fatti copre un sottosegretario e un vicepresidente del Copasir che utilizzano documenti riservati per manganellare l’opposizione”. Niente da fare, le omissioni sulle violenze anarchice ai danni dello Stato sono evidneti. L'intento è quello di ribaltare la colpa e picconare, giorno fopo giorno, il governo di centro destra.
Giuseppe Conte, intervistato dal Fatto Quotidiano, torna per un attimo il “punto di riferimento del campo progressista” e sodalizza con i soldati dem:“Donzelli e Delmastro hanno messo a repentaglio la sicurezza dello Stato. FdI – spiega l’ex premier - mira ad alimentare le polemiche per evitare le necessarie dimissioni di due esponenti di governo”. “Accusare una forza di opposizione – continua l’avvocato del popolo – di essersi inchinata al volere dei mafiosi è vergognoso, e aggrava la posizione di chi ha divulgato informazioni riservate per finalità di lotta politica”.
La minaccia anarchica
Intanto nel paese, quello reale, la violenza anarco insurrezionalista, non sembra placarsi: attentati alle nostre ambasciate, le minacce al premier Giorgia Meloni e ad altri ministri dell’esecutivo, le lettere intimidatorie consegnate alle redazioni e, per ultimo, i manifesti raffiguranti i “nemici” di Alfredo Cospito.
Ieri a finire sotto scorta sono stati tre esponenti del governo: Giovanni Donzelli, vicepresidente del Copasir e deputato di FdI e i due sottosegretari alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove e il leghista Andrea Ostellari. La sinistra cerca di ribaltare la violenza anarchica e scagliarla contro il governo Meloni. L’esecutivo, siamo certi, non cadrà in questa trappola.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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