In seguito all’aggressione subita dal giornalista de La Stampa Andrea Joly a Torino è tornato di moda il dibattito sullo scioglimento di Casapound. Oggi le autorità hanno identificato il quinto presunto aggressore, ma la sinistra ha colto l’occasione per strumentalizzare la vicenda per gettare fango sul governo presieduto da Giorgia Meloni. Un pestaggio inaccettabile, il giudizio tranchant di Antonio Tajani, ma il ministro degli Esteri ha tenuto a precisare sul possibile scioglimento del movimento di estrema destra: "Non è che si sciolgono le organizzazioni così, 'a capocchia', uno si alza e lo fa. Un conto sono le opinioni legittime e un conto è l'accertamento dei fatti. Io sono un garantista, sono sempre per il rispetto delle leggi e delle procedure".
Il ragionamento di Tajani a margine di un convegno alla Camera è limpido, cristallino: se le procedure portano a dire che ci sono state violazioni delle leggi è un conto, ma se le procedure non dimostrano questo, è altro conto. In altri termini, non si può invocare lo scioglimento di Casapound immediato e scatenare querelle di ogni tipo. Anche perchè la sinistra, al governo per dieci anni, ha avuto più di un'occasione per sciogliere l'organizzazione estremista, eppure non ha mosso un dito. Ma si sa, per denigrare l'avversario la sinistra è pronta a tutto.
Già nel corso della giornata di ieri Tajani era intervenuto sul dossier, condannando senza mezzi termini l'aggressione subita da Joly, definita un "atto criminale" indipendentemente "dal fatto se lui si fosse dichiarato giornalista o meno": "La violenza contro qualsiasi persona è sempre una cosa orribile. Non è accettabile picchiare una persona mentre sta riprendendo qualcosa. Sarebbe stato altrettanto grave se a essere pestato fosse stato un cittadino comune. Dopodichè è chiaro che l'hanno aggredito che fosse un giornalista, che stava facendo delle foto o un video".
A proposito di Casapound, aveva evidenziato che lo scioglimento spetta alla magistratura e al legislatore, ricordando che c'è una legge che prevede che ci debba essere una sentenza della magistratura:"Se ci fossero gli estremi per farlo, una violazione della legge e della Costituzione, io non avrei problemi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.