Vasto, Narni, Campobasso: le foto autogol della sinistra

Dal trio Bersani-Di Pietro-Vendola a quello Schlein-Conte-Fratoianni: passano gli anni, ma le fotografie dei leader di centrosinistra continuano a portare scarsa fortuna a quell'area politica

Vasto, Narni, Campobasso: le foto autogol della sinistra
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Ci sono istantanee destinate a rimanere (nel bene o nel male) impresse nella storia della politica recente italiana. Sotto questo punto di vista, negli ultimi anni la sinistra ha collezionato diverse photo opportunity che volevano - nelle intenzioni - celebrare la tanto declamata e ritrovata unità dei diversi partiti che compongono la galassia dei progressisti. Tra le più significative, quella che forse ha reso in maniera più emblematica il fatto di volere unirsi a tutti i costi - come unico metodo per sconfiggere il nemico di turno di centrodestra e per arrivare al potere - è quella di gruppo dopo il giuramento del governo Prodi nel 2006: da Mastella al comunista Ferrero, passando per Di Pietro e Bonino.

Ma l'ammucchiata rossa ha avuto modo di bissare più volte una reunion semiseria per mostrarsi compatta e potenziale vincitori. Peccato che i successi elettorali successivi a quegli scatti pubblici si siano sempre contati sulle dita di una mano. Ed è così che, dall'inizio degli anni '10 del Duemila, il centrosinistra si è sempre imbattuto in clamorose pose a favore di fotografi che poi, con l'esito delle consultazioni alle urne, si sono rivelate dei clamorosi boomerang con i quali gli altri avversari hanno potuto legittimamente dileggiare Pd e company per tantissimo tempo. Con quella di oggi in Molise, dove Pd e 5 Stelle hanno perso rispettivamente, si arriva all'apoteosi definitiva del flop.

L'inizio dello sberleffo a sinistra

Partiamo dal settembre 2011. A Vasto (in provincia di Chieti) il partito guidato da Antonio di Pietro, l'Italia dei Valori, organizza un proprio evento politico nel quale invita Pier Luigi Bersani, allora segretario del Pd, e Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia e leader di Sinistra Ecologia e Libertà. I tre vogliono suggellare sul campo una coalizione che possa sconfiggere alle elezioni del 2013 il centrodestra di Silvio Berlusconi, il cui governo in carica ormai era in procinto di cadere tra crisi interne e tempesta finanziarie in corso. La fotografia che lo immortala tutti e tre sorridenti ed entusiasti passerà alla storia come "la foto di Vasto": pubblicata, vituperata, esaltata e criticata, alla fine verrà strappata con l'immediato insediamento del governo Monti e con la rottura di Di Pietro, che preferirà accasarsi con l'estrema sinistra di Antonio Ingroia. Risultato finale: Berlusconi rimonta incredibilmente alle elezioni politiche, Bersani non ottiene la maggioranza assoluta in Parlamento e sarà costretto a dimettersi da segretario e Di Pietro non verrà confermato a Montecitorio.

Le cronache di Narni

Un disastro assoluto, che verrà eguagliato (se non addirittura sorpassato) dall’accozzaglia rossa solamente nell'ottobre 2019. In Umbria si tengono da lì a breve le elezioni Regionali anticipate dopo le dimissioni forzate della governatrice dem Catiuscia Marini a seguito di un'inchiesta della procura di Perugia su presunti illeciti nelle assunzioni nel sistema sanitario umbro. Pochissime settimane prima era entrato in carica il Conte 2, sostenuto da Movimento 5 Stelle e Partito Democratico che fino al giorno prima si erano insultati costantemente e si odiavano a morte. Perché allora non creare un'immediata coalizione in funzione anti-destra per non vedersi scappare la Regione in mano alla sinistra da 50 anni? Ecco allora convergere sulla candidatura a governatore sul civico Vincenzo Bianconi, già presidente di Federalberghi. In vista dell'ultima giorno utile di campagna elettorale, il sostegno a Bianconi verrà plasticamente rappresentato dalla fotografia al fianco di Conte, Zingaretti, Di Maio e Speranza in quel di Narni (Terni). L'esito elettorale è a dir poco umiliante: la leghista Donatella Tesei stravince con più del 57%, il candidato unitario di sinistra resta al palo col 37%.

Il caffè di Campobasso

Infine è di oggi il risultato amministrativo del Molise, già a guida di centrodestra, quattro giorni dopo il caffè (amarissimo) preso a Campobasso a favore di telecamere da Conte, Schlein, Fratoianni e il candidato a presidente Roberto Gravina, che ottiene un misero 38%. E dire che l'organizzazione per potere inquadrare questa triste scena girata nel dehor di un bar di piazzetta Palumbo era stata travagliatissima. Fonti accreditate assicuravano che il più recalcitrante fosse stato Conte e che il "merito" dell'incontro fosse da attribuire ai dirigenti locali di Partito Democratico e movimento grillino: Giuseppi ed Elly non si sarebbero nemmeno sentiti prima.

Forse era meglio non incontrarsi proprio nel capoluogo molisano insieme al rappresentante sconfitto, perché l'ammucchiata rossa ha subìto - con oggi - un'ennesima debacle negli ultimi nove mesi: come in Lombardia, Lazio e Friuli-Venezia Giulia, ma così come anche ad Ancona, Pisa, Massa, Siena, Imperia, Treviso, Sondrio, Latina, Brindisi e Catania. E ora certi nostalgici militanti potrebbero persino rimpiangere Bersani, Di Pietro e Vendola. Per dire come sono messi.

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