Scuola, in arrivo 300 milioni di euro. Ecco come aumentano gli stipendi

Un fondo da 300 milioni da investire per gli stipendi di docenti e personale Ata che, al di là degli aumenti, segna la ripresa del dialogo tra governo e mondo della formazione

Scuola, in arrivo 300 milioni di euro. Ecco come aumentano gli stipendi

Alla fine del mese di gennaio il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara si era impegnato a trovare altri fondi per aumentare gli stipendi del mondo scuola. Una promessa che ha mantenuto sbloccando 300 milioni di euro previsti dalla legge di Bilancio 2022 da destinare agli insegnanti e al personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata).

Allo stesso modo, il governo sostiene la necessità di migliorare il trattamento economico vigente nella scuola, creando però principi di merito.

Come verranno impiegati i 300 milioni per la scuola

Alla fine del 2022 è stato approvato lo sblocco degli arretrati, una media di 2.000 euro a persona e un aumento medio di 101 euro. Con questo denaro si punterà a integrare la parte fissa della retribuzione in ragione di 23 euro lordi mensili medi a partire dal mese di aprile o di maggio. L’aumento medio arriverà così a 124 euro lordi mensili.

Un aumento variabile a seconda dell’inquadramento, della posizione lavorativa e dell’anzianità di servizio, voce questa che rientra in diverse fasce retributive che vanno da 0 a 8 anni di insegnamento, da 9 a 14, da 15 a 20, da 21 a 27, da 28 a 34 e dai 35 in su.

Non ci si può limitare alle sole cifre che non sembrano in effetti essere corposissime, occorre contestualizzare che il personale del comparto scuola è stato per lungo tempo al riparo dall’interesse della politica e anche dagli aumenti retributivi.

Cosa sta cambiando

Migliorare la scuola partendo da chi la fa. Questo è, in sintesi, il pensiero che il governo sta introducendo con un atto pratico. Un gesto che equivale a cucire un nuovo rapporto, anche ideologico: per combattere la dispersione scolastica occorre diminuire la dispersione del corpo docente.

Più che le cifre in sé a rappresentare il cambiamento è il fatto che si tratta del secondo aumento nel corso di 7 mesi, dopo anni di silenzio da parte del governo, anche se l’argomento scuola ha riempito i proclami preelettorali di tutte le forze politiche che si sono succedute al timone del Paese.

Merito e dignità

Il ministro Valditara non ha mai nascosto che le retribuzioni in uso nella scuola fossero insufficienti e, facendo i conti con le disponibilità della Cosa pubblica, il governo ha voluto lanciare un messaggio: chi lavora deve meritare e in cambio deve ottenere dignità, non soltanto economica.

I nodi da sciogliere

Le sigle sindacali hanno pubblicato un commento che elogia l’integrazione dell’atto di indirizzo che porta a un ulteriore aumento degli stipendi ma incitano il governo a riformare gli ordinamenti del personale Ata, la mobilità e la formazione del personale.

Anche sul fronte delle parti sociali il

vento sta cambiando: il dialogo è possibile con l’intento di trovare soluzioni che accontentino – nel limite del possibile almeno – chi lavora per la scuola a cui viene riconosciuto il ruolo primario di educatore di giovani.

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