L'ex adepto espulso perché denunciò le infiltrazioni dei clan

Amerigo Minnicelli, nipote del tenente garibaldino Luigi a cui è intestata una loggia di Rossano Calabro, è stato espulso dalla massoneria nel 2012

L'ex adepto espulso perché denunciò le infiltrazioni dei clan

Amerigo Minnicelli, nipote del tenente garibaldino Luigi a cui è intestata una loggia di Rossano Calabro, è stato espulso dalla massoneria nel 2012.

E ora, dopo una decina di anni da quando ha riconsegnato i guanti bianchi, spiega quanto sia ancora possibile il rischio di infiltrazioni e dei rapporti tra logge e organizzazioni criminali.

«Ho denunciato su un sito web le infiltrazioni della ndrangheta nelle logge calabresi» spiega. Il tema dei legami tra la criminalità organizzata e le mafie è emerso con l'arresto di Matteo Messina Denaro anche per il coinvolgimento di un medico massone trapanese, indagato per la latitanza del boss. Si tratta di Alfonso Tumbarello, appartenente alla loggia Valle di Cusa - Giovanni di Gangi (1035) all'Oriente di Campobello di Mazara. Indagato per procurata inosservanza della pena, con l'aggravante di aver favorito un mafioso, è stato sospeso dal Grande Oriente d'Italia con un richiamo alla presunzione d'innocenza. E non sarebbe l'unico caso di sospensione.

«C'è una bella differenza tra l'espulsione e la sospensione commenta Minnicelli che di mestiere fa l'avvocato -. Sono stati numerosi gli iscritti finiti sotto inchiesta per mafia ma nessuno è mai stato espulso e nemmeno processato, come richiederebbero le Costituzioni massoniche. C'è una grande massa di persone sospese che è rimasta nel limbo, non si sa che fine abbiano fatto».

Come mai la massoneria è diventata col tempo sempre più permeabile alle mafie? «Quando mi sono iscritto nel 1991, gli iscritti alla massoneria calabrese erano circa 300 distribuiti in una trentina di logge. Ora sono, a quanto so, tremila in cento logge.

La Calabria è diventata determinante per eleggere il Gran Maestro. Da società esoterica è diventata una bocciofila, dove entra chiunque ed è facile perdere il controllo degli iscritti. Così si agevolano i legami con la mafia, gli scambi di voti e di favori. La massoneria gestisce un giro di sette milioni di euro».

Secondo Minnicelli, «è impossibile che il medico non sapesse chi fosse Messina Denaro ed è strano che questo medico non si sia confidato coi suoi superiori, come accade nella famiglia massonica, su questa sua conoscenza tanto più che l'attuale Gran Maestro è andato in visita proprio a quella loggia».

Minnicelli ricorda la sua espulsione: «Il Gran Maestro di allora, Gustavo Raffi, che era un carissimo amico e che avevo votato, mi prese per il grembiulino e mi disse: Guarda che ti mando a casa. Io risposi: Io a casa mia ci sto bene, non so tu'.

Feci ricorso contro l'espulsione, la questione è ancora in mano alla giustizia civile. Attendo una sentenza da dieci anni. Ho perso il primo grado, aspetto l'appello. Nel frattempo il mio avvocato è arrivato all'età di 93 anni».

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