
La danza classica, che a Milano ha il suo tempio nel Teatro alla Scala, è bellezza del gesto, leggerezza, corpi che volteggiano sfiorando i limiti dell'umano. Questo percepiamo all'apertura del sipario quando lo spettacolo prende il via. Ma dietro a tanta armonia e grazia che cosa c'è, e cosa c'è stato? Di che quotidianità si nutre quest'arte sì crudele per chi la esercita considerato quanto consumi e quanto poco sia longeva (con l'eccezione del sempiterno Roberto Bolle)?
Come un fantasma dell'opera, il fotografo Gérard Uféras ha seguito il corpo di ballo scaligero dal 2017 al 2023 riprendendo gli artisti nella sala ballo, dietro le quinte, con foto in bianco e nero, e in scena, in questo caso le foto sono a colori.
Scatti che indagano il senso dell'attesa, testimoniano le fatiche, i sacrifici e i costi di tanto rigore, raccontano la complicità - ma mai i conflitti, che pure vi sono, eccome - di queste anime che confluiscono in un sol Corpo: di Ballo, appunto.
Ne è nata la mostra «Lo sguardo nascosto», al Museo della Scala e nel Ridotto dei Palchi fino al 14 settembre; a corollario, Il Saggiatore ha pubblicato un libro firmato da Paola Calvetti che con Livia Corbò è pure curatrice della mostra.
La scenografa Margherita Palli ha ideato un percorso che cerca di ricostruire la giornata tipo di un ballerino con foto, oggetti e installazioni.
Le sculture di carta di Caterina Crepax, la cosa più bella dell'intera mostra, ripercorrono la storia del tutù dall'Ottocento a oggi. Curiosità: le scarpette di Fanny Essler, icona austriaca della danza d'Ottocento. Le fotografie documentano il quinquennio 2017-2023, non mancano tuttavia riferimenti al passato, anzitutto all'icona tricolore della danza del Novecento, Carla Fracci evocata dal costume indossato per lo «Schiaccianoci» danzato con Rudolf Nureyev.
Gérard Uféras, già autore di importanti volumi sui corpi di ballo dell'Opéra di Parigi e del Bolshoi di Mosca, confessa l'attrazione fatale per un mondo, come questo, abitato da «persone innamorate del proprio mestiere.
Ho voluto dare punti di vista diversi così da svelare qualcosa che ignorano sia il pubblico e sia gli stessi danzatori» spiega Uféras, e di fatto risultano particolarmente intriganti le riprese dall'alto, come quelle del duello nel balletto «Romeo e Giulietta» di Prokofiev.
A rappresentare la danza contemporanea c'è la videoinstallazione «Oltre il velo» della coreografa e regista Valentina Moar, che trasforma il movimento in un flusso di immagini e suoni e un video curato da Paola Calvetti e Vito Lorusso.
Le sale sono animate da scarpette, da qui la collaborazione con la maison
Ferragamo, partner della mostra.Il fondatore della maison, Salvatore Ferragamo, s'impose sulla scena internazionale come il calzolaio dei sogni, delle dive e delle ballerine, da Katherine Dunham ad Alicia Markova e Anna Pavlova.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.