L’escalation dello scontro tra l’esecutivo presieduto da Giorgia Meloni e la Procura di Roma è sempre più evidente. Dopo il caso Almasri, di cui è stato il protagonista, il procuratore di Roma Francesco Lo Voi torna a fare parlare di sé. Questa volta però ad entrare nel mirino della magistratura è lo stesso procuratore. I consiglieri laici del centrodestra del Consiglio Superiore della Magistratura Isabella Bertolini, Claudia Eccher, Daniela Bianchini, Enrico Aimi e Felice Giuffrè hanno chiesto l'apertura di una pratica ai fini dell’avvio di un procedimento per incompatibilità ambientale-funzionale e trasmissione degli atti alla Procura generale della Cassazione per la valutazione di eventuali illeciti disciplinari nei confronti del procuratore di Roma Francesco Lo Voi.
La richiesta dei consiglieri
Il motivo è presto detto. L’inziativa dei conisglieri al Comitato di presidenza del Csm fa riferimento al caso del documento dell'Aisi su Gaetano Caputi, capo di Gabinetto di Meloni, trasmesso alla procura di Roma e pubblicato dal quotiano Il Domani. L’accusa è tanto grave quanto chiara. “Diversi organi d’informazione, nei giorni scorsi, hanno ripreso degli stralci dell’ultima audizione davanti al Copasir di Alfredo Mantovano, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio – hanno motivato i consiglieri -. Secondo quanto riportato, l’ufficio giudiziario guidato dal dottor Lo Voi ha consegnato, nell’ambito della chiusura indagini di un procedimento penale per rivelazione a carico di alcuni giornalisti, una informativa redatta dal Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis) con classifica di segretezza ‘Riservato’, poi pubblicata integralmente sul quotidiano dove i predetti lavorano”.
Una informativa quindi classificata come riservata che non poteva essere né diffusa né ovviamente pubblicata. “Tale informativa, in base alle vigenti norme in materia di atti classificati (articolo 42, legge 124 del 2007) poteva essere solo posta in visione, essendo espressamente vietato farne copia”, hanno sottolineato i consiglieri. Che poi concludono: “In particolare, risulta essere stato compromesso proprio l’affidamento, da parte delle Agenzie, circa l’effettiva tutela del segreto degli atti trasmessi in Procura. In considerazione di ciò, è stata chiesta l’apertura di una pratica in Prima Commissione per incompatibilità ambientale e funzionale ex art. 2 legge guarentigie e la trasmissione degli atti al Procuratore generale della Cassazione per l’eventuale individuazione di profili disciplinari del dottor Lo Voi da perseguire”.
Il commento di Albano (Magistratura democratica)
Nessun riferimento alla vicenda del rimpatrio del comandante della prigione libica di Mittiga, Osama Njeem Almasri. Anche se, ovviamente, il protagonismo di Lo Voi ha fatto clamore proprio per quella comunicazione di iscrizione del registro degli indagati inviata alla presidente del Consiglio Meloni. A tirare in ballo il caso Almasri è invece Silvia Albano. La presidente di Magistratura democratica, l’associazione di magistrati più orientata a sinistra, ha commentato la notizia parlando di un “inferno” che si è “scatanato” contro Lo Voi. ll procuratore di Roma Lo Voi, secondo la Albano, ha fatto il suo dovere e a fronte di ciò "si è scatenato l'inferno nei suoi confronti in quella che ormai è una prassi secondo la quale quando c'è un giudice che emette un provvedimento sgradito, che sia nazionale o che sia della Corte penale internazionale, non si critica il provvedimento ma si demolisce la persona del giudice”.
"Esercitare la giurisdizione è diventato molto complicato perché sappiamo che se si adotta un provvedimento sgradito si viene messi alla gogna come persone", ha continuato Albano senza citare però le motivazioni dietro la richiesta dei consiglieri laici del centrodestra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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