Il caldo anomalo e fuori stagione fa ormai parte di un contesto climatico in cui diventano sempre più numerose le giornate con temperature superiori alle medie del periodo che non il contrario. La situazione eccezionale si può toccare con mano soprattutto sul Mediterraneo più sensibile e suscettibile agli ormai conclamati cambiamenti climatici.
Lo spettro di un'estate lunga 5 mesi
Come abbiamo visto sul Giornale.it, anche nei prossimi giorni i valori di temperatura diurni raggiungeranno e supereranno i 30°C in numerose località italiane ma non solo: la stessa situazione la vivranno Penisola Iberica, Francia, Grecia e Turchia giusto per fare alcuni esempi. "Stiamo vivendo una fase del tutto anomala per questo periodo: fa molto caldo in pianura ma anche in montagna... il trend climatico è volto al riscaldamento e la stagione estiva ormai è destinata ad allungarsi. Avremo estati di 4-5 mesi", ha spiegato al Corriere l'esperto Mattia Gussoni, meteorologo de llmeteo.it e memro del Servizio Glaciologico Lombardo (Sgl). Insomma, dovesse continuare così l'estate durerebbe da giugno a ottobre con buona pace di chi ha nostalgia degli anni passati.
Come cambia il clima
Gussoni ha spiegato al quotidiano che stiamo toccando con mano quanto iniziato alla fine dell'Ottocento con un preocesso che si è accelerato negli ultimi 30-40 anni "con l’esasperazione del fattore antropico, l’aumento di concentrazione di CO2 in atmosfera. Abbiamo introdotto un qualcosa che prima non c’era". Quando si parla di clima si intende generalmente l'insieme delle osservazioni meteorologiche nell'arco di decenni che riguardano precipitazioni, temperature e numerose altri parametri. L'esperto sottolinea che sebbe il clima sia destinato sempre a cambiare, ad avere delle fluttuazioni normali in Natura, "queste variazioni solitamente avvengono su lunghissimo periodo. Pensiamo alle ere glaciali del passato che duravano milioni di anni. Quello che sta avvenendo adesso è un cambiamento repentino, quindi un aumento di temperatura che non ha precedenti nel passato".
I ghiacciai sempre più fragili
E chi glielo dice, adesso, ai negazionisti del clima? Il grado e mezzo in più che si registra già mediamente in tutto il globo rispetto al 1850 è un valore che "sta sconvolgendo l’equilibrio climatico a livello mondiale per cui abbiamo temperature sempre più elevate in tutte le stagioni, eventi estremi come i temporali particolarmente violenti e la riduzione dei ghiacciai". Quando importanti porzioni di ghiaccio iniziano a sciogliersi in alta montagna non solo l'equilibrio climatico viene meno ma è da lì che si evince che qualcosa non va: quante volte d'estate lo zero termico è schizzato oltre i quattromila metri? Tante, troppe. Meno ghiaccio significa meno acqua sui torrenti alpini che di conseguenza riversano meno acqua sui fiumi del Nord "con significative conseguenze sul rifornimento idrico per la popolazione e per le attività economiche, a cominciare soprattutto dall’agricoltura", spiega Gussoni.
Rispetto soltanto a 50 anni fa (non 500), i ghiacciai si sono mediamente ridotti del 40% e, come detto, anche in pieno autunno fin oltre i quattromila metri non c'è traccia degli zero gradi, condizione che non dovrebbe verificarsi nemmeno tra luglio e agosto. "Oggi abbiamo lo zero termico a 4.400 metri sulle Alpi. Vuol dire che tutto l’arco alpino, dove abbiamo le montagne più alte d’Europa, si trova in condizione di 'fusione', cioè di passaggio dallo stato solido allo stato liquido, e che neve e ghiaccio anche a quote alpine stanno fondendo in tutta Italia a inizio ottobre... Una follia, è come se fossimo in piena estate perché lo zero termico dovrebbe essere molto più basso, intorno ai 2.800, in questo periodo", spiega Gussoni.
I ghiacchi lombardi non fanno eccezione: i dat forniti dal Servizio Glaciologico Lombardo spiegano che dal 1850 a oggi le aree coperte dai ghiacciai sono scese del 60% come accade per quello del Ventina, in Valtellina, che si ritira ogni anno fino a 40 metri. Attenzione, quindi, per gli escursionisti che frequentano le montagne perché le frane si fanno sempre più frequenti a causa della mancanza di ghiaccio. "A livello strutturale la roccia non è più compatta e la conseguenza sono le frane, anche a quote più basse".
La tendenza per l'inverno
Lo abbiamo già visto sul Giornale.it e l'esperto non fa che confermare: i calcoli del Centro Meteo Europeo prevedono scenari verso temperature più elevate della media, su tutto il Continente, almeno fino al mese di dicembre. "Dovremo ancora fare i conti con il caldo - spiega Gussoni, e la situazione non pare cambiare nemmeno per il 2024 - Per la prossima stagione si parla di temperature nuovamente sopra la media, anche per il periodo che va da dicembre a fine febbraio". E le nevicate? Impossibile dire che stagione sarà: di certo, le premesse non sono confortanti se il 1° ottobre Aosta ha registrato 27°C di massima e Cortina d'Ampezzo, a 1.
224 metri di altitutine, ben 20°C. "Quello che si sa è che la neve negli ultimi anni interessa quote sempre più alte. Difficilmente avremo nevicate a bassa quota, dove invece un tempo si poteva sciare", conclude..- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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