"Mi preoccupa anche l’autunno": l’allarme del climatologo

Tutto il calore accumulato sul bacino del Mediterraneo e in atmosfera potrebbe fare da innesco per altri fenomeni estremi anche in autunno: ecco la spiegazione dell'esperto

"Mi preoccupa anche l’autunno": l’allarme del climatologo
00:00 00:00

Quanto accaduto nelle ultime settimane in Italia dove temporali e grandinate hanno devastato tante aree del Nord Italia e il Sud è rimasto in apnea per l'anticiclone africano dei record, Caronte, non potrebbe che essere soltanto l'antipasto di altri fenomeni estremi in grado di colpire, in generale, il bacino del Mediterraneo. Ne abbiamo parlato sul Giornale: il mare "ribolle", il calore che si accumula sui bassi strati, acqua o terre che siano, non si cancella con un colpo di vento. Ecco perché di fronte a un mese di agosto meteorologicamente parlando tutto da vivere, i timori che le bombe d'acqua possano farci visita nel prossimo autunno è tutt'altro che remota.

I timori per l'autunno

"Il Mediterraneo si è riscaldato tantissimo. Possiamo dire che è ai suoi massimi. Un mare caldo, quindi, evapora di più. E tutte le molecole d’acqua che galleggiano nell’aria sono i mattoni che vanno a formare le nubi", ha spiegato al Messaggero il professor Antonello Pasini, primo ricercatore e fisico del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). Quello che dicevamo poco fa, però, va spiegato ancora meglio: il calore latente finisce nell'atmosfera sotto forma di energia. Maggiore è questo calore e più forti saranno i fenomeni ad esso associati. "Da qui si originano grandinate violente e alluvioni", sottolinea l'esperto.

Cosa può succedere

Ecco che, quindi, dopo un mese di luglio così caldo ed estremo, le temperature superficiali dei nostri mari sono quasi ovunque sopra le medie ma non siamo che al giro di boa estivo, ancora c'è tutto agosto dove si potrebbe accumulare ancora più calore. "Non possiamo fare previsioni così lontane nel tempo, sarebbero imprecise", spiega giustamente Pasini, pur ammettendo di aspettarsi, come proiezioni (non previsioni) "un agosto più caldo, ma non estremamente secco. Probabilmente ci saranno altri fenomeni temporaleschi intensi. Francamente non mi preoccupa solo agosto, ma anche l’autunno", aggiunge.

Ed ecco che torniamo al trimestre autunnale: il mare, rispetto al suolo, rilascia molto più lentamente il calore accumulato nei mesi estivi, ecco perché spesso i nubifragi che nascono in mare devastano le zone costiere. "Anche se finisce l’estate, il Mediterraneo continua a essere caldo e, quindi, continua ad evaporare acqua che forma le nubi e così via".

Il ruolo del cambiamento climatico

Più caldo è uguale a più fenomeni estremi: è un dato di fatto scientifico che ripete ogni esperto del settore. E le grandinate da record uniti ai 47 gradi del Sud sono facce della stessa medaglia. Più aumenta la temperatura media e i più si accentuano i fenomeni estremi di cui stiamo prendendo davvero contezza soltanto negli ultimi anni anche se "il nostro clima è cambiato e continua a farlo già da diversi decenni - sottolinea Pasini - estati miti a cui eravamo abituati 50 o più anni fa non ci sono più. L’anticiclone delle Azzorre che solitamente caratterizzava le nostri estate era una sorta di cuscinetto di aria stabile che lasciava le perturbazioni al Nord Europa e l’anticiclone Africano in Africa. Negli ultimi anni abbiamo perso questa sorta di "protezione".

Il riscaldamento globale causa la tropicalizzazione sempre più a nord delle fasce equatoriali: ecco perché l'alta pressione delle Azzorre è la grande assente mentre l'alta africana arriva da noi pratiamente 9 volte su 10 con il risultato di provocare un clima caldo, afoso e siccitoso a discapito di un caldo moderato e senza eccessi del collega azzorriano che non c'è più. Quando poi arriva un minimo sbuffo di aria fresca atlantica ecco il patatrac che ha sperimentato più volte il Nord con le supercelle che hanno devastato pianure, città e agricoltura.

"Il contrasto termico genera nubi temporalesche grandissime, chicchi di grandine, e correnti discensionali molto forti che arrivano al suolo e si trasformano in correnti orizzontali che hanno la forza di buttare giù alberi o scoperchiare case", spiega l'esperto,

ricordandoci quanto avvenuto soltanto poche ore fa. "Il problema è la tendenza che stiamo vivendo dagli anni ‘60 in poi, quando nel Mediterraneo sono iniziati a essere evidenti gli effetti del riscaldamento globale".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica