Un «buco» incolmabile quello della casse del Comune. Mentre il Governo lavora per eliminare l'Imu, il Comune di Milano fa due conti e scopre che neppure innalzando al valore massimo l'aliquota Imu e l'addizionale comunale Irpef si riuscirebbe a racimolare i 298 milioni di euro per far quadrare i conti. Lo ha confessato ieri l'assessore al Bilancio Francesca Balzani allargando le braccia davanti al gruppo del Pd e mostrando le simulazioni che finiscono sempre col segno negativo davanti.
Così mentre dentro il Palazzo si cercava di far quadrare i conti che non tornano, mentre il sindaco Pisapia ai microfoni di Rai 3 ammetteva che quello dell'Imu «è un grande pasticcio» e non escludeva nuove forme di tassazione, fuori montava e si mescolava la protesta di ambulanti, dipendenti comunali, e precari. Un assedio, davanti e dietro Palazzo Marino, con la polizia a difendere i portoni. Ce l'avevano tutti con la giunta Pisapia. E gliel'hanno gridato, con slogan, fischietti, megafoni e striscioni. Solo l'inizio, almeno da parte dei dipendenti comunali che hanno confermato per il 13 maggio uno sciopero al quale hanno aderito tutte le sigle sindacali, Cgil unica esclusa.
Protestano contro l'ultima - delle tante - riorganizzazioni «comunicata solo a cose già fatte». Così mentre in consiglio comunale l'assessore al personale Chiara Bisconti sciorina numeri e cifre che raccontano una storia fatta «valorizzazione del personale interno», di «trasparenza», di «concertazione», i sindacati che si sono alternati al microfono davanti a lei e ai consiglieri raccontano tutta un'altra storia che parla viceversa di «pesanti e inutili esternalizzazioni di servizi», di «decisioni unilaterali» e «mancanza di ascolto».
Stessa accusa anche quella mossa dagli ambulanti. Erano un paio di centinaia in piazza per fare vedere a che punto è arrivata la rabbia di essere costretti a rispettare norme incongruenti di un regolamento pieno di contraddizioni, e allo stesso tempo essere costretti a lavorare fianco a fianco a decine di migliaia di abusivi che spadroneggiano ai mercati. Erano furiosi, tanto da convincere il sindaco Pisapia a scusarsi, uscire dal Consiglio per incontrare una delegazione. E a promettere. «Ci ha chiesto di dargli del tempo per approfondire le questioni messe sul tavolo. Poi ci riceverà per affrontare con l'assessore al commercio D'Alfonso tutti i temi. Tempi? Ha assicurato brevissimi e ha garantito di trovare una soluzione», ha commentato Giacomo Errico presidente di Apeca.
Stretto fra la protesta, lo sciopero e i problemi di bilancio in serata poi il sindaco Pisapia ha riconosciuto che possa esserci il rischio di nuove tassazioni per colmare l'eventuale «buco», ma allo stesso tempo ha provato a rassicurare: «Credo di poter parlare a nome di tutti i sindaci - ha detto - nel dire che non siamo disposti a far pagare ai nostri cittadini gli errori del Governo passato. Si può trovare equilibrio e equità». Ha ricordato che i comuni sono stati «gabellieri dello Stato», che poi non ha restituito quanto promesso. Per questo, dice, bisogna trovare «nuove modalità di tassazione».
Pisapia trova «sbagliato» che «chi ha introdotto l'Imu sulla prima casa, oggi voglia toglierla», ma fa notare la possibile mancanza di equità dell'operazione perché «c'è chi per prima casa ha ville e castelli e chi non ce la fa».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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