Animalisti all'università: Rettore e Cnr li denunciano

Sono responsabili dei danni ai laboratori in via Vanvitelli: «Non è più tollerabile che il lavoro di tanti sia vanificato così»

Animalisti all'università: Rettore e Cnr li denunciano

Prima la protesta, poi la denuncia. E ora anche la decisa presa di posizione di rettore e direttori degli istituti di ricerche che esortano a punire chi «opera come se non esistessero le leggi». Non usano insomma mezzi termini nell'accusare gli animalisti per l'«aggressione» e la conseguente «devastazione» dello stabulario di via Vanvitelli dove, sabato, sono stati sottratti un centinaio di topi e un coniglio «mandando in fumo anni di ricerca e i finanziamenti relativi» - scrivono i ricercatori del Cnr - per un danno quantificabile «in centinaia di migliaia di euro».

Al loro fianco si sono schierati ieri, decisi, il rettore dell'Università Gianluca Vago, il direttore del dipartimento Bioscienze del CNR Tullio Pozzan e anche Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Domenica in camice bianco studenti e ricercatori erano scesi in piazza e avevano fronteggiato gli animalisti per difendere il loro lavoro.

Ora la Statale comunica che «ha già provveduto a denunciare, per i gravi reati commessi, gli attivisti responsabili». Università e Cnr, riferendosi agli autori «dell'ennesima manifestazione di violenza e di illegalità», in una lettera «condannano l'ennesima, violenta e illegittima aggressione che ha avuto protagonisti cinque attivisti, sostenuti da un centinaio di manifestanti all'esterno della struttura. La situazione di grave pericolo, creata dagli stessi occupanti, ha costretto a una soluzione di cui gli attivisti portano piena responsabilità, allo scopo di impedire conseguenze ancora più gravi per l'incolumità delle persone coinvolte e per la tutela dell'ordine pubblico».

«Intendiamo ribadire - prosegue la lettera - la nostra piena e totale solidarietà a tutti i ricercatori coinvolti, indicati, durante la manifestazione e in seguito su diversi siti collegati all'operazione, come “maledetti assassini“, “torturatori“, con una violenza verbale inaccettabile. Non è più tollerabile che il lavoro di tanti possa venire vanificato da persone che operano come se non esistessero leggi, e compiono reati che rischiano di rimanere impuniti».

Sullo stesso tono anche le parole di Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Anche lui punta il dito contro l'«aggressività» che «rende necessaria una forte presa di posizione da parte delle istituzioni scientifiche che operano in campo biomedico». Ha esortato: «Non è tollerabile che il nostro lavoro possa essere vanificato da persone che operano come se non esistessero le leggi e compiano reati che rischiano di rimanere impuniti».

«La sperimentazione animale è ancora necessaria se si vogliono realizzare progressi nella terapia delle malattie - ha detto - progressi che sono attesi dai tanti ammalati ancora privi di cure. La propaganda delle cosiddette sperimentazioni alternative sono una falsità perché cellule in vitro non sostituiscono la complessità del più semplice degli organismi viventi: esse rappresentano tecniche complementari che sono già praticate in tutti i nostri laboratori. Lavoriamo seguendo le leggi e per un fine che non è solo la conoscenza, ma il desiderio di giovare a chi soffre».

Le ricerche in questo caso riguardavano le malattie del sistema nervoso. «È inaccettabile che chi calpesta il diritto di ricerca venga lasciato in libera circolazione», ha detto augurandosi che «le organizzazioni che si occupano del benessere degli animali non siano complici e facciano sentire la loro voce contro la violenza.

Chiediamo a chi garantisce l'ordine pubblico di prevenire e di contrastare ogni attentato alla sicurezza dei ricercatori». Intanto i ricercatori del Cnr hanno lanciato al sindaco una petizione a favore della sperimentazione animale, «sperando che quanto è successo possa contribuire a chiarire la differenza tra vivisezione e ricerca».

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