Caselli impacchettati e Leonardo pop Ecco i contemporanei

Dal Pac alla Fondazione Prada, tante mostre e installazioni pubbliche aspettando Miart

Francesca Amè

Che cosa ci fanno gli operai sulle impalcature e i due castelli daziari di Porta Venezia così impacchettati'? È tutta opera (d'arte) del 32enne ghanese Ibrahim Mahama, chiamato da Massimilano Gioni per conto della Fondazione Trussardi a un intervento monumentale' in città: A friend è il titolo, una riflessione sul concetto di soglia in quella che per secoli fu la porta d'Oriente' di Milano, per i suoi traffici a est. Che poi oggi quel quartiere sia anche uno dei più multietnici della città, non è un caso. L'impacchettamento alla Christo è solo uno di tanti eventi di Art Week', la settimana dell'arte che da lunedì 1 a domenica 7 aprile riserva agli appassionati un programma denso di mostre ed eventi. Ideata da Miart, fiera dell'arte moderna e contemporanaea (5-7 aprile, a fieramilanocity) attorno alla quale ruota, Art Week 2019 si presenta come un'edizione particolarmente intreressante. Le fondazioni private ci hanno messo i loro carichi da novanta, per la gioia della tribù vagante del gran circo dell'arte. Oltre al progetto sostenuto da Trussardi è monumentale anche l'installazione multimediale Wheter Line degli artisti americani Lizzie Fitch e Ryan Trecartin alla Fondazione Prada: anche loro come Mahama creativi nati negli anni Ottanta, anche loro focalizzati sul tema del limite e del confine. Poco distante, all'ICA un nuovo centro per l'arte contemporanea in zona Ripamonti, ormai polo creativo in ascesa sono in mostra per la prima volta in Italia le intense sculture dello svizzero Hans Josephsohn, in corso Garibaldi, alla Fondazione Pini, è di scena L'Ora Dannata del messicano Carlos Amorales, che si concentra su lavori in bianco e nero dedicati alla violenza (bella l'installazione con 15mila farfalle) mentre la Fondazione Pomodoro di zona Tortona presenta l'ironica rilfessione della giovane qataro-americana Sophia Al-Maria sul tema del selfie e dello specchio.

Tra le Fondazioni merita attenzione il progetto curato da Demetrio Paparoni alle Stelline di corso Magenta: nell' anno leonardesco cinque tra i più imporanti artisti contemporanei leggono a modo loro L'Ultima Cena dopo Leonardo': opere inedite di Anish Kapoor, Robert Longo e Yue Minjun, tra gli altri. La suggestione: la mostra è proprio nel palazzo dirimpetto al Cenacolo. Altra meta immancabile di questa Art Week è il Pirelli HangarBicocca: qui, oltre ai celeberrimi Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer (in esposizione permanente), in mostra il mare urbano' di Giorgio Andreotta Calò, intrigante riflessione sul sottosuolo e, da mercoledì, la prima personale dell'indiana Sheela Godwa, nota per lavorare con materiali di ogni genere (letame incluso). È una Art Week declinata al femminile, questa. Il Pac di via Palestro ospita la splendida monografica di Anna Maria Maiolino, 76enne originaria di Scalea ed emigrata da piccola in Brasile: O amor se faz revolucionário' ripercorre le sue opere più politiche per approdare ai lavori più intimi. Poco lontano, il Poldi Pezzoli accoglie nelle sue sale The Mountain of the Muse' dell'inglese Anj Smith, con i suoi ritratti ipnotici, il Museo del 900 presenta le sperimentazioni luminose di Marinella Pirelli e i lavori di Renata Boero mentre gli spazi della Fondazione Carriero, dietro San Babila, regalano al solito una chicca: le installazioni raffinate, quasi cervellotice, di un'altra artista brasiliana, Lygia Pepe (1927-2004), che merita di essere conosciuta.

Infine, all'Acquario Civico la milanese Teresa Maresca indaga sul rapporto tra l'uomo e la natura partendo dai versi di Walt Whitman. E le gallerie? Molte saranno impegnate in fiera, ma domenica 7 aprile ci sarà un open Sunday di aperrtura straordinaria.

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