Brera Modern: arriva il piano B. Ovvero una soluzione temporanea ma necessaria per ovviare al travagliato percorso di restauro e di allestimento di Palazzo Citterio quale sede espositiva idonea a ospitare le opere d'arte moderna della Pinacoteca di Brera. Opere va detto perlopiù donate al museo da collezionisti privati e fino ad oggi nei depositi. Il piano B è un ripiego momentaneo, inutile negarlo, ma interessante: «Non potendo contare oggi su un'imminente apertura del nuovo spazio museale, per non privare oltre il pubblico del godimento di simili capolavori ha annunciato ieri il direttore delal Pinacoteca, James Bradburne , la donazione Emilio e Maria Jesi e la sezione pittorica del lascito America e Lamberto Vitali, saranno di nuovo esposte». Parliamo di capolavori quali Rissa in Galleria di Umberto Boccioni, de I pesci sacri di Filippo De Pisis, di Madre e Figlio di Carlo Carrà e poi di nature morte di ineffabile bellezza di Giorgio Morandi, ritratti firmati da Amedeo Modigliani, la Testa di Toro di Picasso.
Sono le perle di due donazioni giunte alla Pinacoteca nei primi anni Novanta, tra le più importanti in Italia sul primo Novecento, come dimostra il fatto che alcune di queste, per la loro rilevanza, sono tuttora in prestito al CIMA di New York e altre (della collezione Jesi) hanno ispirato lo scorso anno una fortunata mostra londinese all'Estorick Gallery. Ora le vedremo tutte e cento nel cuore della Pinacoteca, uno squarcio di Novecento in mezzo al percorso tradizionale, in attesa della sistemazione definitiva: avrebbero infatti già dovuto trovare dimora a Palazzo Citterio così come da mandato della donazione ma questa parte della storia la lasciamo alla cronaca.
A Brera si è abituati da qualche tempo a fare di necessità virtù e con un'interessante stratagemma espositivo si è deciso di sfruttare un sistema di appendimento utilizzato normalmente nei depositi a rastrelliere che, grazie a contenitori con vetrate trasparenti e griglie metalliche, permetterà un'adeguata visione delle opere senza «intralciare» il normale percorso espositivo del museo. Avverrà tutto in maniera graduale e il pubblico potrà seguire il «work in progress» di questo nuovo allestimento da settimana prossima e per circa un mese: senza bisogno di chiudere o limitare gli accessi alla Pinacoteca, le sale IX, XV e i depositi a vista della sala XXIII vedranno via via arrivare i lavori della collezione Jesi e la sezione pittorica della collezione Vitali. Si è potuto realizzare «Il ritorno del 900 a Brera.
Aspettando Palazzo Citterio» grazie alla generosità della Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti (150mila euro il costo dell'intera operazione): dal 18 giugno, rientrate le ultime opere da New York, i cento lavori saranno tutti lì, visibili al pubblico. Piano B, dicevamo: «Una provocazione, una sfida incalza il direttore Bradburne -: non possiamo pensare che sia la soluzione definitiva per collezioni di questo livello». Meritano una Grande Brera, grande per davvero.
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