Brasile, arrestato il direttore del carcere: faceva fuggire i detenuti

Inchiesta sul penitenziario degli orrori di Pedrinhas, dove omicidi, evasioni e stupri sui familiari sono all'ordine del giorno. Il direttore ritenuto complice in cambio di denaro

Un direttore di carcere che aiuta i detenuti a fuggire, come in un film in cui non ci sono spettacolari piani da organizzare in cella, ma una compiacenza da ottenere secondo un sistema che ha sbalordito gli investigatori brasiliani che si sono occupati del caso: i carcerati venivano lasciati liberi "a tempo" per commettere rapine. Claudio Barcelos, direttore del Complesso penitenziario di Pedrinhas, dove sono rinchiusi alcuni dei criminali più pericolosi del Paese e ormai definito il carcere degli orrori, è stato arrestato dalla polizia di San Luis con l'accusa di aver favorito la fuga temporanea di alcuni criminali consentendo loro di commettere rapine, e di aver concesso la libertà in cambio di soldi, probabilmente frutto dei reati commessi in libertà concordata dai suoi prigionieri. L'inchiesta era in corso da oltre un anno nel più grande istituto penitenziario dello Stato di Maranhao.

Una casa di reclusione come un inferno: negli ultimi anni sono andati in scena omicidi, ribellioni, sparizioni e persino decapitazioni. Secondo le cifre del Consiglio nazionale della Giustizia Brasiliano, dal 2013 gli omicidi nelle mura di Pedrinhas sono stati addirittura 75. Il carcere ha una capacità di 1770 posti, ma i detenuti sono costantemente molti di più. Il sovraffollamento, unito a una terribile lotta tra bande e all'atteggiamento del direttore, secondo l'ultima ricostruzione degli inquirenti, avrebbero reso la casa circondariale una sorta di Stato nello Stato, regolato da assassinii e vendette. L'ultimo omicidio è avvenuto appena quattro giorni fa , sabato, mentre l'ultima fuga mercoledì scorso: trentasei detenuti sono scappati attraverso un foro nel muro scavato da un autocarro ribaltabile rubato all'interno del carcere. Nel penitenziario si sarebbero costituite bande di fazioni rivali e Pedrinhas è ormai un luogo di scontri sanguinosi per il comando del territorio. Nei mesi scorsi nove detenuti ritenuti dei leader delle organizzazioni interne sono stati trasferiti in altri istituti penitenziari.

Ma le indagini stanno facendo luce su particolari ancora più sconcertanti della vita del carcere, che alzano il velo su un microcosmo malato, dove le azioni più criminali avvenivano sotto il sole. A gennaio una commissione parlamentare ha denunciato che i familiari di alcuni reclusi erano obbligati ad avere rapporti sessuali con i capi banda. Il direttore è accusato per ora di aver agevolato le fughe e concesso favori in cambio di tangenti. Ma certamente nella prigione di San Luis non c'era alcun controllo su quanto avveniva dentro e fuori dalle celle.

Lo scandalo di Pedrinhas sta riaprendo in Brasile il dibattito sul sovraffollamento delle carceri: i detenuti sono 550mila, ma si calcola che la popolazione carceraria è attestata su un 30% in più rispetto al numero dei posti disponibili.

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