"Putin non deve vincere. Per colpa sua si rischia catastrofe alimentare"

Mario Draghi è intervenuto alla riunione straordinaria del Consiglio europeo lanciando un chiaro avvertimento: "Dobbiamo muoverci e cambiare i nostri fornitori di energia. Putin non deve vincere la guerra"

"Putin non deve vincere. Per colpa sua si rischia catastrofe alimentare"

"Non possiamo immaginare che dopo il conflitto la nostra politica energetica tornerà come prima". Intervenuto alla riunione straordinaria del Consiglio europeo a Bruxelles, Mario Draghi ha parlato del conflitto ucraino e delle sue conseguenze sul futuro dell'Unione europea. La più importante delle quali riguarda, appunto, il mutamento dell'assetto energetico del continente.

Verso una nuova politica energetica

Impossibile pensare che tutto possa tornare al periodo pre bellico: è questo, in sostanza, il ragionamento che Draghi ha rivolto ai 27 leader europei riuniti all'Europa Building. Il motivo è presto detto. Gli orrori della guerra, l'atteggiamento della Russia, i morti e la distruzione provocati, tutto questo è "troppo brutale" per spostare le lancette indietro nel tempo come se niente fosse. "Dobbiamo muoverci ora per cambiare i nostri fornitori di energia nel lungo periodo", ha dichiarato il premier italiano, ribadendo la necessità per l'Ue di smarcarsi dalle risorse energetiche del Cremlino.

Draghi ha quindi chiesto "unità sulle sanzioni", aggiungendo che l'Italia è d'accordo sul pacchetto, "purché non ci siano squilibri tra gli Stati membri". Negli ultimi giorni, non a caso, i leader Ue sono stati protagonisti di un estenuante tira e molla sull'embargo al petrolio russo, che potrebbe tra l'altro concludersi con un accordo al ribasso. Alla fine non è da escludere lo stop all'import del greggio via mare, tralasciando però quello portato a Ungheria, Polonia e Germania attraverso l'oleodotto Druzhba. Una situazione delicatissima, che rischia non solo di sfaldare dall'interno l'Ue, ma anche di non colpire a dovere la Russia nel suo punto debole.

L'intesa, in sostanza, va incontro all'Ungheria di Viktor Orban ma non sorride ai Paesi che, da giorni, chiedono che nell'impianto sanzionatorio sia mantenuto la parità delle condizioni, anche un pilastro del mercato unico. In altre parole, ha evidenziato l'Ansa, l'esenzione dell'embargo per il petrolio via oleodotto, politicamente, si regge sull'impegno assicurato da Polonia e soprattutto Germania di stopparne comunque l'import dal primo gennaio. Ma se ciò, magari in seguito alla chiusura dei rubinetti del gas da parte del Cremlino, non avvenisse?

Il dialogo con Putin

I leader dell'Ue hanno parlato dell'energia, certo, ma in primo piano continua ad esserci la guerra in Ucraina. "È essenziale che Putin non vinca questa guerra" ha tuonato Draghi, sottolineando che deve essere l'Ucraina "a decidere che pace vuole" e che "se l'Ucraina non è d'accordo sui termini, la pace non può essere sostenibile".

L'assunto base, dunque, è che Vladimir Putin non vinca la guerra. Allo stempo, però, "dobbiamo chiederci se può essere utile parlargli", ha puntualizzato Draghi. "Sono scettico dell'utilità di queste telefonate, ma ci sono ragioni per farle", ha affermato il premier. "Queste conversazioni - ha specificato lo stesso Draghi -dimostrano che è Putin a non volere la pace".

In ogni caso il confronto con Putin "è necessario per risolvere il problema del grano" e "della sicurezza alimentare". "Il rischio di una catastrofe alimentare è reale: e se non ci sarà una soluzione, dovrà essere chiaro che la colpa è di Putin", ha concluso il premier italiano.

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