"Nel mirino a Istanbul c'era Taksim, ma la polizia era troppa"

Agli inquirenti il killer ha confessato un altro piano per la strage di Capodanno

"Nel mirino a Istanbul c'era Taksim, ma la polizia era troppa"

Un'inversione di marcia quando il piano era già chiaro, una volta constato che sarebbe stato difficile metterlo in pratica. Sono queste le ultime indiscrezioni pubblicate dal quotidiano turco Hurriyet, secondo cui Abdulghadir Masharipov non intendeva colpire il club Reina, ma piuttosto fare strage in piazza Taksim, iconica spianata della Istanbul europea, al culmine di viale Istiklal, l'antica Gran via di Pera.

C'è un video, registrato alcuni giorni prima dell'attacco la notte di Capodanno, che mostra il jihadista passeggiare a Beyoglu, il quartiere di piazza Taksim, lo smartphone puntato sul volto. E i nuovi indizi sembrano dare un altro significato a quelle immagini. Perché proprio lì - si sostiene ora - l'uzbeko voleva colpire. Le misure di sicurezza schierate si rivelarono però troppo imponenti.

"Mi misi in contatto con la persone che mi avevano dato l'ordine - avrebbe detto Masharipov agli inquirenti - e mi disse di cercare un nuovo obiettivo nella zona. Ho percorso la costa in taxi. Il club Reina mi è sembrato il luogo ideale. Lo chiesi alla persona di Raqqa e lui mi diede l'ok".

Parole che si aggiungono ad

alcuni dettagli già emersi, secondo cui prima dell'attacco Masharipov fece alcune telefonate, contattando anche un uomo conosciuto come Hodja Aka, che le autorità turche ritengono essere il coordinatore delle operazioni dell'Isis a Istanbul.

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