È finita in ospedale la battaglia fra Jean-Marie Le Pen, fondatore del Front National, e la figlia Marine, attuale leader del partito, che vuole dire basta alle sue esternazioni xenofobe e antisemite e impedirgli di presentarsi alle regionali. L’anziano presidente onorario è stato ricoverato d’urgenza per un problema "di cuore". Non grave, a quanto sembra. In mattinata la notizia si è diffusa a macchia d’olio mentre fonti del partito non confermavano: Le Pen è in ospedale a Parigi, ricoverato d’urgenza.
"Nulla di grave", ha detto una fonte del Front National minimizzando, subito confortata da un’altra: "Controlli di routine che fa ogni mese. Resterà in ospedale ancora qualche giorno, almeno fino a domani". Ma intanto echeggiava la parola "intervento" e una delle fonti ricordava ai giornalisti i recenti "choc emotivi" subiti. Le Pen voleva presentarsi alle elezioni regionali di dicembre come candidato nella regione "amica" della Provenza-Alpi-Costa azzurra (PACA) ma dopo le continue sbandate dialettiche (le camere a gas "dettaglio della Storia", e la riabilitazione del maresciallo Petain, capo della Francia collaborazionista, ultimi due casi) Marine ha posto il veto.
Giorni di braccio di ferro, dichiarazioni con la faccia feroce, poi, lunedì, il passo indietro dell’anziano leader, che comunque il 27 aprile dovrà comparire di fronte all’organismo disciplinare del partito. "La bestia è robusta", ha scherzato Jean-Marie oggi raggiunto dai giornalisti al telefono nel suo letto d’ospedale. È apparso affaticato ma di buon umore: "Ho avuto un piccolo problema cardiaco, non gravissimo. Sto bene, sto a letto e ne approfitto per riposarmi". A fine gennaio, Le Pen - che a giugno compirà 87 anni - era rimasto ferito al viso e alla spalla fuggendo dalle fiamme mentre un incendio - sviluppatosi nel caminetto mentre lui si era assopito - distruggeva la sua villa sulle colline attorno a Parigi.
Jean-Marie Le Pen, che ora punta ad imporre la nipote Marion Marechal-Le Pen nella regione PACA dove lui è stato estromesso, non sa ancora quando potrà lasciare l’ospedale: "Non lo so - ha detto - dipende dai dottori". Ha poi citato - ridendo - una vecchia canzone, "i medici sono come i parroci, bisogna crederli sulla parola".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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