Libia e Libye sono i nomi con cui in italiano e francese si identifica quella porzione di terra che un tempo era formalmente suddivisa tra Cirenaica e Tripolitania. Indicano la stessa cosa, eppure tra loro c'è una differenza enorme. Quantomeno nello spazio che i giornali italiani e francesi dedicano a quella che negli ultimi giorni è diventata una polveriera e che può incrinare sempre di più i nostri rapporti con i cugini transalpini, dopo le accuse reciproche delle ultime settimane tra Macron e Salvini. In Francia, a differenza che in Italia, quanto sta succedendo in Libia pare non interessare a nessuno. Lo dimostra l'assenza di riferimenti alla lotta tra Al-Serraj e Haftar sulle homepage dei principali quotidiani d'Oltralpe.
Sarebbe lecito attendersi un'adeguata copertura degli eventi che rischiano di minare sulla stabilità della regione, con importanti conseguenze a livello diplomatico ed economico, per non parlare poi del rischio dell'esplosione di un'altra bomba migranti. Ma ai giornali francesi non interessa. Ne abbiamo analizzati quattro, tutti di orientamento diverso: il generalista Le Monde, il progressista Liberation, il conservatore Le Figaro e l'economico La Tribune. Il risultato? Sempre lo stesso: zero. Sulla polveriera libica è calato il... velo.
Cominciamo da Le Monde. Dal titolo che campeggia nella parte alta del giornale, si direbbe che il suo interesse per la questione libica sia preponderante. Alle 11.30 del 4 settembre, l'apertura è dedicata alle dimissioni del ministro dello Sport, Laura Flessel. "In seconda battuta ci sarà pur qualcosa", pensiamo. Pensiamo male, visto che trovano spazio notizie come l'incendio al museo nazionale del Brasile, il processo a un militante antifascista e il destino di Google. Nella sezione "Mondo" ci sono pezzi sulla questione siriana, il presidente cinese Xi Jinping e la morte dell'ex capo dei Talebani, Haqqani. Ignorata la Libia.
Cliccando su Liberation non cambia nulla. Si parla del tifone che ha colpito il Giappone e di notizie di interesse esclusivamente francese. Poi un approfondimento sulla Siria e sul destino di Idlib. Apriamo Le Figaro con la convinzione di essere smentiti. Ma neppure il quotidiano conservatore francese per antonomasia dedica attenzione alla Libia. "I tormenti del Vaticano", l'intervista al ministro dell'Agricoltura, un pezzo sul c.t. della Francia Didier Deschamps. E poco altro. Sull'orlo della disperazione apriamo il quarto e ultimo giornale, La Tribune (una sorta di Sole 24 Ore). In apertura si legge: "La Peugeot 208 part en Slovaquie, quel avenir pour Poissy?". Anche chi non mastica la lingua di Napoleone intuisce che la notizia del momento riguarda l'imminente spostamento della produzione della Peugeot 208 in Slovacchia. Una tragedia nazionale.
A questo punto viene spontanea una domanda: i
nostri colleghi francesi non hanno il senso della notizia? Crediamo proprio di no. Forse, semplicemente, c'è un po' di snobismo sulla questione libica. Oppure si preferisce non parlarne. Se sì, a che pro?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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