La tensione nel Golfo sale alle stelle. La crisi diplomatica tra l'Iran e l'Arabia Saudita porta il mondo musulmano a un passo da un conflitto armato senza precedento. E, dopo che il Qatar ha deciso di seguire la linea di Riad, già intrapresa da Sudan, Bahrein, Kuwait e Gibuti - ma non dall'Oman - di tagliare le relazioni diplomatiche con Teheran, nello Yemen dilaniato dalla guerra, viene bombardata l'ambasciata iraniana a Sanaa. Un attacco che, secondo i servizi di intelligence iraniani, sarebbe stato ordinato proprio da Riad.
Il braccio di ferro tra le due super potenze rischia di generare in un conflitto armato. L'Iran vuole farla breve: ribadisce il proprio impegno a perseguire i responsabili degli assalti alle sedi diplomatiche saudite a Teheran e Mashad, riafferma di non voler far crescere le tensioni nella regione e di puntare sulla diplomazia. Anche sulla crisi siriana, dove continua a impegnarsi per i colloqui di pace sponsorizzati dall'Onu che riprendono a fine gennaio. Ma Teheran vuole anche andare avanti sulla strada dell'accordo sul nucleare il cui implementation day è atteso a breve. Il presidente Hassan Rohani accusa Riad di esacerbare "le divisioni tra sunniti e sciiti bombardando lo Yemen e minando i governi di Iraq e Siria, fornendo fondi e armi all'Isis". Tanto che nelle ultime ore, secondo il ministro degli Esteri Hossein Jaber Ansari, l'Arabia Saudita si sarebbe addirittura spinta a bombardare l'ambasciata iraniana in Yemen ferendo diversi funzionari che vi lavoravano all'interno. È stata, infatti, l'Arabia Saudita a mettere a morte l'imam sciita Nimr al-Nimr. "Non vuole stabilità e pace nella regione - accusa Rohani - per coprire i problemi interni e politiche regionali fallimentari".
Da Teheran sono iniziate le prime ritorsioni. Delle ultime ore la sospensione dei pellegrinaggi alla Mecca che, però, riguarda solo quello minore, l'Umrà, e non ancora quello obbligatorio almeno una volta nella vita per tutti i musulmani. Oggi, poi, il divieto a importare merci dall'Arabia Saudita. Una risposta economica all'annuncio, fatto un paio di giorni fa da parte della compagna petrolifera statale della monarchia saudita, Saudi Aramco, di ridurre significativamente i prezzi praticati agli importatori di petrolio europei.
La monarchia saudita da parte sua ha incassato il sostegno di Recep Tayyip Erdogan. "Le esecuzioni sono affari interni", ha detto il presidente turco chiamando a raccolta tutti gli alleati nel Golfo e nell'area.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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