Orban-Soros allo scontro finale: Open Society lascia l'Ungheria

Il magnate americano getta la spugna: i portavoce di Open Society annunciano la chiusura degli uffici di Budapest, ma accusano Soros di "diffamare" la fondazione

Orban-Soros allo scontro finale: Open Society lascia l'Ungheria

Sembra non avere mai fine l'eterno scontro fra il premier ungherese Viktor Orban e il filantropo americano di origini ungherese George Soros, fondatore della fondazione "Open Society", diffusa in mezzo mondo. Questa mattina la società del magnate Usa ha annunciato la prossima chiusura dei propri uffici di Budapest, che verranno trasferiti a Berlino.

Molto duro il comunicato con cui il presidente di Open Society, Patrick Gaspard, ha annunciato la notizia: "Il governo ungherese ha diffamato e descritto in modo distorto la nostra attività, con tattiche e modi senza precedenti nell´Unione europea”. La situazione dei diritti civili in Ungheria è stata definita "sempre più repressiva", secondo Open Society.

In effetti la fondazione di Soros è da tempo nel mirino del premier magiaro, che ha imperniato parte della campagna elettorale che ha portato alla sua ennesima vittoria nelle urne proprio sul contrasto alle attività filantropiche di Open Society, da lui definite poco trasparenti. In Ungheria è allo studio anche una legge che sembra studiata ad hoc proprio per colpire le attività della fondazione, con cui si prevede una tassazione molto alta e controlli severissimi sui finanziamenti esteri per le ong, bollate come rischiose per la sicurezza nazionale. Nelle ultime ore alti esponenti di Fidesz (il partito di governo di centro-destra, ndr) hanno sottolineato la necessità di inasprire ulteriormente la legge allo studio del legislativo per colpire quelle associazioni che "non godono dell'appoggio dell'opinione pubblica ungherese e agiscono aggirando le leggi".

La fondazione di Soros, tuttavia, trasloca fisicamente dall'Ungheria ma non rinuncia a dare battaglia: "Continueremo a batterci contro simili

leggi e per la nostra libertà di impegno umanitario con tutti i mezzi legali a disposizione contro questa legge e contro ogni provvedimento governativo contrario ai diritti umani fondamentali”, fanno sapere da Open Society.

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