Piazza di spaccio nel carcere di Secondigliano: nei guai anche quattro agenti della polizia penitenziaria

A finire nel mirino della giustizia ventisei persone, ritenute gravemente indiziate dei reati di associazione finalizzata alla vendita di sostanze stupefacenti e corruzione

Piazza di spaccio nel carcere di Secondigliano: nei guai anche quattro agenti della polizia penitenziaria

Sono coinvolti anche alcuni agenti della polizia penitenziaria nell’indagine condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Napoli sullo spaccio di droga all’interno del carcere di Secondigliano. A capo dell’attività criminale, come spesso accade nella città partenopea, c’erano alcuni clan della camorra, i quali avrebbero assoldato anche alcuni poliziotti penitenziari per incrementare i loro loschi affari. A finire nel mirino della giustizia ventisei persone (ventidue detenuti in carcere e quattro agli arresti domiciliari), ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e corruzione per commettere atti contrari ai doveri d’ufficio.

Le quattro persone agli arresti domiciliari sono proprio gli agenti di polizia penitenziaria sospettati di essere complici dei camorristi. Le verifiche effettuare dai carabinieri nel corso degli ultimi mesi hanno permesso di scoprire l’esistenza di una vera e propria piazza di spaccio all’interno della casa circondariale di Secondigliano, con la benevolenza e, in alcuni casi, la complicità dei poliziotti.

I carabinieri si sono avvalsi delle testimonianze dei collaboratori di giustizia per raccogliere le informazioni necessarie per incriminare le ventisei persone indagate. Nel carcere circolavano sostanze stupefacenti di ogni tipo, in particolare cocaina, hashish e marijuana, che venivano introdotte nell’istituto penitenziario con estrema facilità.

Ciò sarebbe avvenuto grazie al contributo di alcuni agenti della polizia penitenziaria, i quali, in cambio di denaro, avrebbero chiuso un occhio permettendo ai criminali di fare entrare la droga in

carcere e poi consentendo lo spaccio tra i detenuti. Tra i sodalizi malavitosi coinvolti, come riporta il quotidiano Il Mattino, ci sarebbero i Vigilia di Soccavo e i Mazzarella, che controllano piazza Mercato.

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