La Guardia di finanza ha scoperto una truffa che aveva, al centro, il recupero di vestiti usati che, senza essere sanificati, venivano spacciati come nuovi e rivenduti. La base dell'organizzazione era un capannone di Ercolano, in provincia di Napoli. La titolare dell'ingrosso di abbigliamento, una donna di 39 anni, è stata denunciata per frode in commercio e violazione di varie norme.
Gli uomini delle fiamme gialle hanno scoperto la truffa durante un normale controllo, mirato, nella fattispecie, alla verifica delle norme per prevenire i contagi del Covid. Si è scoperto, infatti, che gli abiti raccolti in questo magazzino non venivano sottoposti ad alcun trattamento, pur essendo usati. E finivano per essere venduti come nuovi, con tanto di etichetta taroccata. Al termine dell'operazione sono stati sequestrati abiti e accessori per oltre tre tonnellate, oltre a scarti di lavorazione e attrezzature di vario tipo.
Come funzionava la truffa
I vestiti usati arrivavano dalla Francia e dalla Germania, all'interno di balle dal peso, ciascuna, di 100 kg. Una volta aperte le balle si faceva un "controllo di qualità", separando i capi in buono stato da quelli rovinati.
Quelli nelle migliori condizioni venivano rigenerati: tinteggiati oppure puliti per rimuovere, ad esempio dai maglioni, i pelucchi. Subito dopo erano imbustati ed etichettati. E infine spediti a Roma e Milano. Gli abiti più consumati, invece, erano rigenerati - per quanto possibile - e venduti come usati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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