Senza Sud, dice Giorgio Napolitano, non c'è neppure il Nord. «Tutte le parti del Paese, anche il Settentrione, hanno bisogno che il Mezzogiorno si sviluppi se vogliamo un recupero e il rilancio dell'economia italiana nel suo complesso». E stavolta non è più tempo di interventi a pioggia, non bastano pezze o rattoppi a un tessuto strinato. «È una crescita che va sostenuta nell'avvenire».
Basta con un Italia a doppia velocità. Infatti, insiste il presidente, «è essenziale dare attenzione alle ricadute nel Meridione delle politiche nazionali». Il capo dello Stato parla all'uscita di Palazzo Koch, dove ha partecipato a una sessione del convegno «Il Mezzogiorno e la politica economica» organizzato dalla Banca d'Italia. «Condivido pienamente l'affermazione fondamentale del governatore Mario Draghi», spiega Napolitano lasciando la sala. La questione è «fondamentale» per il bene dell'Italia. «Abbiamo tutti bisogno dello sviluppo del Sud. Tutte le parti del Paese, e quindi anche il Nord, hanno bisogno che il Mezzogiorno vada avanti se vogliamo avere un recupero ed un rilancio dell'economia italiana nel suo complesso e una crescita più sostenuta nel prossimo avvenire».
E non si tratta del solito appello meridionalista. Per Napolitano le considerazioni di Draghi «non sono un semplice grido di allarme, ma esprimono un «approccio impegnato» e costruttivo. «È importante - sottolinea il capo dello Stato - che la Banca d'Italia contribuisca a riproporre con forza il tema della condizione del Mezzogiorno e l'obiettivo del suo sviluppo. Mi pare che questo sia il primo elemento emerso dalla seduta a cui ho partecipato».
E poi l'Europa: se l'integrazione della Ue regredisce, «se si svaluta il ruolo del Parlamento europeo, se si rafforza il ruolo degli Stati nazionali rispetto a quelli dell'Unione, se si indebolisce il metodo comunitario», l'Europa prende «una deriva fatale e non ha più futuro nel mondo di oggi e di domani». In questo quadro, per scongiurare una crisi irreversibile del Vecchio Continente, l'Italia «può fare la sua parte».
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