Navi passeggeri usate per svuotare Lampedusa Domenica la prima

Il Viminale ha messo a punto un piano di emergenza. La prima domenica preleverà i primi 1.000 tunisini, la seconda approderà a Lampedusa martedì. In totale l'Italia accoglierà un massimo di 50mila profughi da distribuire in varie regioni

Navi passeggeri usate 
per svuotare Lampedusa 
Domenica la prima

Lampedusa - Un piano di rapido svuotamento di Lampedusa attraverso l’utilizzo di navi passeggeri, la prima delle quali giungerà nell’isola già domenica per prelevare i primi 1.000 tunisini, mentre la seconda approderà a Lampedusa martedì. È stato deciso dall’Unità di crisi del Viminale, presieduta dal ministro dell’Interno Roberto Maroni, istituita per la gestione dell’emergenza umanitaria.

Le altre decisioni Confermata per questa sera la partenza della Nave San Marco della Marina Militare con 550 tunisini; il trasferimento dei minori, presenti a Lampedusa in apposite strutture; l’allestimento di un centro di accoglienza e identificazione dei clandestini nel comune di Manduria (Taranto); la convocazione per giovedì 31 marzo del tavolo con la Conferenza delle Regioni, Upi ed Anci per il piano di ripartizione dei profughi sul territorio nazionale; la sospensione dei trasferimenti di richiedenti asilo nel Villaggio della Solidarietà di Mineo; a questo proposito, è stato accertato che dei 420 tunisini trasferiti oggi nel centro, 408 hanno formalizzato la domanda di asilo e per questo domani una Commissione ministeriale si recherà a Mineo per una pre-istruttoria delle pratiche.

Il piano profughi Il Viminale prevede l’accoglienza fino ad un massimo di 50 mila profughi da distribuire tra le regioni italiane, se dovesse aprirsi un flusso imponente dalla Libia. Il principio adottato sarà quello di distribuire i migranti in base al criterio mille ogni milione di abitanti. Le regioni più popolose (Lombardia in testa, con quasi 10 milioni di abitanti, seguita da Campania, Lazio, Sicilia e Veneto, tutte attorno ai 5) accoglieranno dunque un numero maggiore di migranti. I prefetti dei capoluoghi di regione hanno raccolto nelle ultime settimane le disponibilità delle strutture che possono essere adibite all’accoglienza: edifici pubblici, ex caserme, alberghi, istituti religiosi. Ci sono state quindi altre scremature fino ad arrivare all’elenco finale che lunedì sarà consegnato ad Errani. 

Rivolta per il pane I tunisini "ammassati" a Lampedusa sono al limite della sopportazione. Così come i residenti, ormai in minoranza numerica da giorni. Intorno all'ora di pranzo sono scoppiate le tensioni sul molo, dove sono accalcate centinaia di immigrati che attendevano la distribuzione del cibo. I circa 5mila tunisini ammassati a Lampedusa hanno rumorosamente protestato a più riprese per le condizioni disumane in cui sono costretti sulla piccola isola. La metà di loro non ha un tetto e dorme per terra sui moli o in tende di fortuna, coprendosi con teli di plastica e cartoni. La distribuzione del cibo è lenta e dopo ore di coda si riceve soltanto un panino e una bottiglia di acqua.

Condizioni igieniche Ieri alcuni immigrati sono rimasti a digiuno per l’intera giornata e solo a tarda sera hanno ricevuto pane e latte. Al porto è disponibile soltanto un bagno, le cui condizioni di sporcizia sono immaginabili. Centinaia di tunisini non riescono a lavarsi da molti giorni. A gran voce gli immigrati chiedono di essere trasferiti dall’isola in strutture di accoglienza. Testimoni raccontano lo stato di degrado in cui versano le strade del paese, letteralmente "invase - dicono - da accampamenti organizzati con tende di fortuna". I tunisini cucinerebbero il pesce, recuperato in riva al mare, usando dei piccoli fornellini a gas o elettrici, abbandonando i rifiuti accanto ai loro giacigli. Una situazione che ha contribuito nelle ultime ore ad accendere ulteriormente i malumori degli immigrati. La carenza di servizi igienici e bagni chimici, inoltre, costringe i nordafricani a raggiungere gli scogli della costa lampedusana per espletare i propri bisogni. L’assessore regionale per la Salute Massimo Russo, stamattina annunciato che il governo siciliano, che già nei giorni scorsi aveva avviato una task force sanitaria, potenzierà ulteriormente il suo intervento raddoppiando i servizi di emergenza e urgenza.

Ancora sbarchi Nelle ultime ore sono 494 gli immigrati nordafricani sbarcati e un altro natante con oltre 300 persone è stato avvistato nel Canale di Sicilia. Il presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo ha annunciato che domenica prossima si recherà sull’isola. All’alba di stamani è ritornata nella rada lampedusana la nave San Marco della Marina militare italiana, sulla quale oggi saranno imbarcate 500 persone. Altre trecento, invece, saranno portate via tramite ponti aerei.

Il Cie scoppia È al collasso, poi il centro d’accoglienza di contrada Imbriacola. La struttura, che potrebbe ospitare un massimo di 850 immigrati, al momento ne conta 2.500. Altri 200 hanno trovato riparo nella Casa della fraternità allestita dalla Caritas.

Ieri sera la Protezione civile ha cominciato a organizzare un sistemazione anche all’interno dell’ex base Loran, e da oggi al suo interno saranno sistemati circa 200 clandestini. Le altre centinaia di profughi, infine, circolano per il paese senza la possibilità di un riparo.

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