"Gli uffici del Comune...". Il sospetto sui writer della Galleria di Milano

Matteo Salvini fornisce la sua ricetta contro i vandali: "Carcere, multa e servizi sociali". Gli esperti lanciano l'allarme: "La città è nelle loro mani"

"Gli uffici del Comune...". Il sospetto sui writer della Galleria di Milano
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Dopo l'iniziale choc nel vedere uno dei simboli di Milano deturpato e vandalizzato, ora è tempo delle riflessioni. Il sindaco di Milano, a oltre 12 ore dai fatti, ancora tace sul fatto: nessuna condanna e nessuna dichiarazione da parte del primo cittadino, che ha scelto l'incomprensibile via del silenzio. Tutto questo mentre i consiglieri bi-partisan alzano la voce e chiedono pene esemplari. L'atto vandalico sul frontone della Galleria Vittorio Emanuele II sembra aver smosso le coscienze e aperto gli occhi davanti alla deriva assunta dalla città, che ha preso una china pericolosissima.

Occorre intervenire ora per evitare che la situazione degeneri e diventi incontrollabile più di quanto già non lo è e anche la sinistra sembra essersene resa conto. "Faremo di tutto perché le forze dell'ordine prendano questi teppisti, che devono avere una lezione che si ricorderanno per tutta la vita, a base di carcere, multa e servizi sociali a favore di disabili e anziani. E se minorenni, che paghino mamma e papà, evidentemente un pò distratti", ha detto il ministro Matteo Salvini.

"Il vergognoso graffito sulla sommità della galleria Vittorio Emanuele II è un attacco al cuore di Milano, non solo per il gesto vandalico ma per l’assoluta facilità con la quale i writers sono riusciti a salire in quel punto senza che nessuno riuscisse a fermarli. Il dubbio che siano passati attraverso gli uffici comunali è molto forte, dunque mi chiedo: come è stato possibile?", dice Silvia Sardone europarlamentare della Lega, consigliere comunale a Milano e commissario di partito a Milano. È forse la facilità d'azione l'elemento più forte in questa vicenda perché, come giustamente fa notare l'esponente leghista, "avrebbe potuto esserci anche un terrorista. La sicurezza, persino in centro, è inesistente".

Il consigliere regionale del Pd, Carmela Rozza, già assessore ai Lavori pubblici del comune di Milano, definisce l'atto "un'offesa a tutti i milanesi, un gesto gravissimo di inciviltà e una mancanza di rispetto totale per un bene comune che appartiene a tutta la città". L'assessore alla Sicurezza, Marco Granelli, assicura che "l'amministrazione è al lavoro individuare le modalità per togliere le scritte nel più breve tempo possibile e restituire il monumento pulito ai milanesi" e che la polizia sta indagando ma ora sono in tanti a pretendere che i costi di pulizia non ricadano sulla collettività e che, quindi, il Comune si costituisca parte civile.

"Per vincere questa guerra serve una strategia quotidiana. I writer alzano il tiro perché la città è nelle loro mani. Questo è un dato oggettivo, basta guardarsi intorno.

Ieri hanno appeso un vessillo nella piazza principale, non basterà levarlo per riprendersi la città", evidenzia Marco Amico, fondatore di Doctor Wall, società specializzata che mantiene puliti dai graffiti oltre 500 palazzi nella sola Milano.

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