Il lato oscuro su giovani e lavoro

Il tasso di disoccupazione al 5,7 per cento (-0,1 punti rispetto a ottobre) è il valore più basso dall'inizio delle serie storiche nel 2004

Il lato oscuro su giovani e lavoro
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L'aumento della disoccupazione giovanile dovrebbe stimolare la ricerca delle cause profonde di questo dramma che riguarda il futuro della nostra società, niente di più e niente di meno. Dalla nota mensile dell'Istat sull'andamento dell'occupazione a novembre si apprende che gli indicatori segnano bel tempo. Il tasso di disoccupazione al 5,7 per cento (-0,1 punti rispetto a ottobre) è il valore più basso dall'inizio delle serie storiche nel 2004. Gli altri dati confermano una crescita complessiva dell'occupazione nel 2024, con tendenze positive per donne e lavoratori over 35. Unica nota stonata: i giovani, il cui tasso di disoccupazione ha infatti raggiunto il 19,2%, addirittura in peggioramento di 1,4 punti. Vabbè, ci potremmo consolare con la parte mezza piena del bicchiere, anche perché non è che un giovane su cinque dorma sotto i ponti. Tre pasti al giorno li fa pure lui, grazie alla solida rete familiare che forse fa parte del problema. Probabilmente è così che faremo, senza andare a fondo del problema che sta compromettendo il futuro di tutti, a cominciare da quegli occupati che oggi gli danno la paghetta e domani vorranno in cambio la pensione. Purtroppo, a scavare non sai mai cosa trovi. Potremmo scoprire che quel disoccupato ogni cinque è il sintomo di un generale disallineamento tra i nostri ragazzi e quel mercato in cui dovrebbero operare e produrre ricchezza. Magari salta fuori che la scuola trasmette poche conoscenze e non educa ad apprendere. Che livella verso il basso anziché stimolare tutti a dare il massimo e il meglio di sé. Che chi si avvia agli studi universitari spesso sceglie percorsi che non corrispondono alle richieste del sistema produttivo. Che se non sbaglia lui comunque si trova davanti docenti autoreferenziali e non selezionati in base alla capacità didattica.

Infine, dovremmo svelare l'equivoco del work-life balance. Un conto è farsi aiutare dalla tecnologia per conciliare lavoro e vita privata, altro è quel film che antepone pure la passeggiata del cane agli impegni professionali.

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