Pechino - Il futuro dell'economia americana
dipende mai come ora dall’Asia e la crescita della Cina, che rafforza
l’intera comunità internazionale, non avverrà a spese dei vicini,
non vogliamo "contenere" Pechino, con cui lavoriamo a una "cooperazione pragmatica". Sono i concetti chiave espressi dal
presidente degli Stati Uniti Barack Obama in un discorso pronunciato a
Tokyo, dove ha incontrato il premier Yukio Hatoyama e dove è stato ricevuto dall’imperatore Akihito e dall’imperatrice Michiko,
ultimo appuntamento della sua missione giapponese. "Io sono un presidente americano nato alle Hawaii e vissuto da
ragazzo in Indonesia - ha esordito Obama - Per questo il Pacific Rim
ha contribuito a forgiare la mia visione del mondo".
"Cooperazione pragmatica" "Le fortune
dell’America e quelle dell’Asia del Pacifico sono legate mai come ora
in modo stretto. È per questo che io voglio che ogni americano sappia
- ha aggiunto Obama, che si è definito il "primo presidente del
Pacifico" - quello che c’è in gioco nel futuro di questa regione,
perchè quello che accade qui ha un effetto diretto sulle nostre vite
in patria".
E nella regione un ruolo sempre più dominante lo ha la Cina,
con cui gli Stati Uniti vogliono "perseguire una cooperazione
pragmatica sui temi di interesse reciproco". "Gli Stati Uniti - ha
assicurato Obama, che nei prossimi giorni sarà a Pechino - non
intendono contenere la Cina, nè ritengono che una più profonda
relazione bilaterale con la Cina equivalga a un indebolimento delle
nostre alleanze bilaterali. Al contrario, la crescita di una Cina
forte e prospera può essere una fonte di forza per la comunità delle
nazioni".
La crescita cinese Il presidente americano ha poi ammesso che con
Washington e Pechino "non sono d’accordo su ogni tema" - il
riferimento è alla libertà religiosa e ai diritti umani - ma i due
Paesi devono comunque proseguire la loro cooperazione "in uno spirito
di partnership piuttosto che di rancore. Coltivare sfere di di
cooperazione, non sfere di influenza in competizione, porterà al
progresso nell’Asia del Pacifico".
Parlando poi della collaborazione economica con le potenze
asiatiche, Obama ha ribadito come, per sostenere i timidi segnali di
ripresa di queste settimane, siano necessari cambiamenti importanti
nelle rispettive economie, con gli americani che devono imparare a
risparmiare di più, a spendere di meno e ad aumentare le
esportazioni, e con gli asiatici pronti a spendere di più per case e
infrastrutture e ad accrescere i loro standard di vita. "Abbiamo raggiunto uno di quei punti della curva economica rari
nella storia in cui abbiamo l’opportunità di intraprendere un
percorso diverso - ha sottolineato il presidente americano - Una delle
lezioni importanti che questa recessione ci ha insegnato sono i limiti
del dipendere essenzialmente dai consumatori americani e dal fare
guidare la crescita alle esportazioni asiatiche".
L'alleanza col Giappone Il presidente Usa ha impiegato parte del suo discorso nel rassicurare il Giappone sulla forza "incrollabile" della loro alleanza basata su valori comuni come "il diritto democratico di gente libera di scegliere i loro leader e realizzare i loro sogni". Obama ha elencato le numerose aree di cooperazione tra i due paesi: dalla sfida climatica alla non-proliferazione, dall'Afghanistan alla ricostruzione dell'Iraq. Guardando agli altri paesi della regione Obama ha detto che gli Stati Uniti non "sono intimiditi" dalle minacce nord coreane. Il presidente Usa ha invitato Pyongyang ad abbandonare la strada dell'isolamento internazionale riprendendo il dialogo a sei sul suo programma nucleare. Dopo avere spiegato la necessità di un "nuovo approccio" col regime birmano, Obama ha invitato la giunta militare a liberare "senza condizioni" tutti i prigionieri politici.
Il presidente Usa - che dopo le tappe iniziali del Giappone e del vertice Apec di Singapore si recherà in Cina e Corea del Sud - ha detto che intende parlare di diritti umani con Pechino "in uno spirito sereno" e "senza rancore".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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