La necessità di salvaguardare l'ambiente, azzerando l'emissioni di CO2 e moderando la presenza di allevamenti intensivi, impone una rimodulazione dello stile di vita anche per i senior. A partire da piccoli gesti quotidiani, quale può essere l'utilizzo di veicoli elettrici in alternativa ai mezzi di trasporto tradizionali, oppure a tavola: limitando il consumo di carne e derivati. Ed è proprio in questa prospettiva che si inserisce il reducetarianesimo, un approccio alimentare che prevede la "riduzione" - non in modo drastico – dei prodotti di origine animale in favore di quelli vegetali.
Cos'è il reducetarianesimo (o riduzionismo)
Il termine reducetarinesimo – altrimento noto come "riduzionismo" – fu coniato nel 2015 da Brian Kateman, giornalista e scrittore (Meat me halfway, il titolo del suo ultimo libro) nonché presidente e co-fondatore della Società reducetariana (Reducetarian Foundation), un movimento che persegue un nobile fine: quello di moderare il consumo di carne, latticini e uova nel pieno rispetto dell'ecosistema e dell'ambiente.
A differenza del veganismo o vegetarianismo, che prevedono l'eliminazione degli alimenti di derivazione animale, il reducetarianesimo incentiva ad una scelta consapevole delle pietanze da mettere in tavola. Pertanto un reducetariano consuma carne – non più di una o due volte a settimana – ma si accerta preventivamente della qualità, della provenienza e della sostenibilità degli allevamenti optando per prodotti "ad alto benessere".
Come funziona la dieta reducetariana
Sebbene non esistano standard specifici per la dieta reducetariana, ci sono alcune indicazioni di riferimento per chi intenda intraprendere un nuovo percorso alimentare. Anzitutto, il passaggio alla dieta riduzionista deve essere graduale. E poi – è sempre bene ricordarlo - ogni piano nutrizionale deve essere modulato in base alle esigenze personali, magari consultando il proprio medico di base o rivolgendosi a uno specialista.
All'inizio può essere utile stabilire un giorno a settimana senza carne – in Inghilterra hanno scelto il lunedì (Meat Free Monday) - e quindi eliminando, per quelle 24 ore, anche i prodotti di derivazione animale. Per i giorni restanti ci si può regolare in modo discrezionale purché vi sia almeno un pasto al dì completamente vegeteriano o vegano.
Quanto alla cottura degli alimenti è meglio preferire quelle più naturali e salutiste possibili. Questo perché il reducetarianesimo mira sia alla salvaguardia del pianeta, e quindi al benessere degli animali ma anche a preservare la salute delle persone. Sul sito della Fondazione è disponibile un ricettario digitale, consultabile gratuitamente, per chi intenda cimentarsi nella preparazione di pietanze reducetariane.
I benefici per i senior
I vantaggi derivanti dalla riduzione del consumo di carne sono molteplici, in primis per l'ambiente. La transizione energetica, tema caldo di questi mesi, impone un cambiamento radicale delle abitudini e scelte alimentari.
Secondo una indagine FAO, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, l'industria della carne produce quasi il 20% delle emissioni globali dei gas di serra. Senza contare, inoltre, che per la produzione di carne servono quantità di acqua nettamentante superiori rispetto a quelle impiegate per la coltivazione di alimenti vegetali. Dunque, limitando il consumo dei prodotti di origine animale si contribuirà a ridurre le emissioni di CO2 e contenere gli sprechi di fonti primarie per la sussistenza di tutti gli essere viventi.
Quanto ai benefici per la salute sono notevoli, soprattutto per i senior. Il consumo moderato delle cosiddette carni "magre" (bianche ndr) assicura, per certo, una quota preziosa di proteine e altri nutrienti necessari per l'organismo. Tuttavia è pur vero che gli eccessi, specie per le carni processate (salumi e prodotti in scatola), possono sortire effetti indesiderati quali, ad esempio, disturbi transitori della digestione oppure incidere sull'insorgenza di patologie ben più persistenti.
In linea generale, ridurre il consumo di carne incrementa le aspettative di vita preservando da malattie diabetiche e ipercolesterolemia (aumento del colesterolo ndr). Inoltre, secondo un recente approfondimento condotto dai ricercatori dell'Università di Oxford, le persone che seguono un'alimentazione vegetariana corrono un minor rischio di ospedalizzazione o deccesso per malattie cardiovascolari.
Infine, occorre fare un'ultima precisazione: un adulto sano necessita poco meno di 500 grammi di carne a settimana per soddisfare il
proprio fabbisogno di proteine animale. A fronte di tale osservazione, l'approccio reducetariano è sicuramente la scelta più salutista e oculata per salvaguardare il proprio benessere "in scienza e coscienza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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