Islamabad - Non si ferma la violenza terroristica in Pakistan, dove il venerdì di preghiera è stata un'altra giornata di sangue. Un commando pesantemente armato ha attaccato una moschea piena di fedeli in preghiera nella zona di Westridge a Rawalpindi, nel Pakistan orientale, causando secondo l’ultimo bilancio della polizia regionale (Rpo) 40 morti e 80 feriti. Tra le vittime vi sono alcune donne e bambini e numerosi ufficiali e soldati dell’Esercito. Il numero dei morti potrebbe salire ancora.
Fra le quattro e le sette persone, ha detto un portavoce militare, sono entrate in azione appena dopo le preghiere della Jumma sulla spianata della moschea, che si trova vicino al Qasim Market ma soprattutto che dista poche centinaia di metri dal quartier generale dell’Esercito. C'è stato un lancio di bombe a mano e subito dopo una fitta sparatoria sui fedeli. I servizi di sicurezza della moschea hanno risposto al fuoco uccidendo, secondo le prima informazioni, tre degli attaccanti. Secondo l’emittente Dawn News, una volta all’interno della moschea alcuni membri del commando hanno attivato le cariche esplosive che portavano indosso. Il ministro dell’Interno pachistano, Rehman Malik, ha precisato che «il tetto della moschea è crollato». Le massime autorità pachistane hanno condannato il massacro, chiedendo un’approfondita inchiesta sull’accaduto.
Ora è caccia all’uomo per trovare tre dei sette assalitori che hanno sferrato l'attacco. Secondo quanto riferisce l’inviato della Tv araba al-Jazeera, lo scontro a fuoco tra militari e assalitori è terminato, ma tre dei miliziani sono riusciti a fuggire e gli uomini della sicurezza, con l’ausilio di elicotteri, gli stanno dando la caccia, controllando ogni via intorno al mercato di Qasem, la zona dell’attacco.
Tra le vittime vi sono anche due generali dell’esercito presenti in moschea al momento dell’attentato, iniziato con la deflagrazione comandata da due kamikaze e proseguito con lo scontro a fuoco tra militari e assalitori che hanno sparato all’impazzata nel luogo di culto. Si calcola che la maggior parte delle vittime siano soldati e ufficiali dell’esercito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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