Comunicazioni in Aula per Giorgia Meloni prima del Consiglio d'Europa con i suoi omologhi i prossimi 23 e 24 marzo. Dopo il discorso in Senato, il presidente del Consiglio si è presentato a Montecitorio dopo il dibattito che si è tenuto tra i deputati proprio sulle comunicazioni fatte ieri. "Risponderò prevalentemente alle cose che non condivido cercando di guadagnare tempo perché siamo impegnati al Quirinale sempre in vista del Consiglio Europeo, ma sono molte le questioni che non condivido", ha esordito il premier con la solita praticità.
Le repliche sull'immigrazione
"Ho sentito una grande quantità di cose false e la considero una buona notizia: quando c'è bisogno di dire cose che non sono vere evidentemente non si ha molto da dire su quello che vero è", ha bacchettato Meloni rivolgendosi alle opposizioni. Il primo tema che il premier ha voluto affrontare è quello dell'immigrazione e, in particolare, quanto accaduto a Cutro circa un mese fa: "In ben due interventi dell'opposizione si dice che io ho detto che Cutro è una disgrazia e invece è una tragedia. Avviare una polemica su una cosa che ho ampiamente detto è francamente bizzarra". E sulle accuse che vengono mosse dalla sinistra senza pezze d'appoggio ma solo in maniera sturmentale nel tentativo di azzoppare il governo, il presidente del Consiglio ricorda che l'Italia è uno Stato di diritto: "Non si stabilisce a monte un colpevole e anche quando le prove non ci sono si continua a raccontare di un colpevole".
Il numero uno di Palazzo Chigi ha sottolineato la solitudine dell'Italia del difficile compito di evitare le tragedie in mare, tema sul quale si batte fin dal suo insediameno anche in Europa. Da ottobre a oggi sono stati oltre 36mila i migranti che l'Italia ha salvato ma nonostante questo l'opposizione effettua una narrazione contraria all'Italia: "Raccontare al cospetto del mondo, di fronte a questo enorme sforzo, che invece lasciamo bambini morire nel Mediterraneo è una calunnia non solo del governo ma nei confronti dello Stato italiano, degli uomini e delle donne delle forze dell'ordine, del nostro intero sistema. O volete dire che ci sono uomini delle forze dell'ordine che non vogliono salvare i bambini per indicazioni del governo?".
I fatti che smontano le fake news
Come sempre precisa e circostanziata nelle sue repliche, Giorgia Meloni ha snocciolato i numeri del passato sui salvataggi in mare: "Dal 2013 al 2023 secondo l'Unhcr sono morte complessivamente 25.692 persone nel Mediterraneo. Sono andata a guardare qual era la percentuale delle persone che non si è riuscite a salvare: i dati di questo governo sono i più bassi". Cosa significa questo lo spiega lo stesso presidente del Consiglio: "Siamo quelli che ad oggi in rapporto agli sbarchi sono riuscite potenzialmente a salvare più persone. Ci viene riconosciuto anche dalla Commissione europea, dalla commissaria all'Interno Johansonn secondo cui la Guardia costiera sta 'facendo un ottimo lavoro'".
Quindi, il premier ha rivendicato il corretto comportamento di tutto l'esecutivo: "Ho sentito dire, mi pare da Bonelli, che abbiamo negato che Frontex avesse fatto una segnalazione sulla presenza dei migranti. Non l'abbiamo mai negato, il governo ha detto che la segnalazione di Frontex era di polizia, della presenza della nave ma non della situazione di difficoltà. È la vostra versione che non torna, non la nostra. Spero si possa andare avanti per cercare insieme delle soluzioni". E proprio per evitare che si ripetano simili tragedie, ha sottolineato il presidente del Consiglio, l'unica strada al momento percorribile "è fermare le partenze illegali. È quello che il governo sta cercando di fare con un piano articolato. Non mi sono chiare le alternative". Meloni ha ribadito con forza che "l'Italia non può diventare il campo profughi d'Europa. È una posizione di buonsenso, ho trovato un approccio interessato" in Europa.
Blocco navale e caos Tunisia
E nemmeno sul blocco navale Giorgia Meloni intende fare un passo indietro, ribadendo quella che è la sua idea, sostenuta fin dalla campagna elettorale: "Ho sempre configurato il blocco navale come proposta europea in collaborazione con l'autorità libica. Pensate di sapere meglio di me cosa dico e cosa penso? Gli atti lo confermeranno. Io lavoro per un obiettivo di questo tipo, per una missione europea che blocchi le partenze in collaborazione con autorità africane, quindi anche libiche, e con una cooperazione che porti sviluppo".
Sul fronte tunisino, dove si stanno verificando più partenze rispetto alla Libia stando alle indicazoni del Viminale, il premier ha sottolineato l'esigenza di fornire un aiuto alla Tunisia, che "è in una situazione finanziaria molto complessa e se non si interviene" ci sarebbe "un flusso" di migranti "che nessuno potrebbe governare".
Transizione ecologica e digitale
Davanti alle continue polemiche della sinistra sulla presunta immobilità del governo nella transizione ecologica, anche a seguito delle polemiche nate in Europa per le case green e le auto elettriche, Giorgia Meloni ha rivendicato la sovranità decisionale del suo governo: "Non può essere l'Europa a dirci quali sono le tecnologie che devono essere impiegate per la transizione ecologica: è necessario insistere sull'autonomia strategica". E proprio sulle auto elettriche, il cui progetto di sostituzione completa in tempi non ragionevoli è stato bloccato dall'Italia e dalla Germania, il premier ha evidenziato come "l'elettrico non è la panacea di tutti i mali, non mi sfugge che i componenti fondamentali dell'elettrico sono estratti con metodi che devastano l'ambiente, e vengono prodotti in Cina attraverso le centrali a carbone".
E che l'elettrico non sia la soluione universale lo dimostrano anche le ultime ricerche che, soprattutto, offrono alternative ancor più sostenibili, per le quali l'Italia è un passo avanti a tutti: "L'Italia è all'avanguardia nella sfida sui biocarburanti e la rimozione dei motori endotermici entro il 2035. È una sfida che possiamo intestarci". Se non si pongono le dovute attenioni in tal senso, come ha spiegato il premier, si rischia di passare dalla dipendenza del gas russo all'elettrico cinese. "L'Europa deve lavorare alla propria sovranità su queste tecnologie", ha aggiunto il premier.
Le repliche sul Mes
In Aula, replicando alle sollevazioni sul Mes, Giorgia Meloni ha sostenuto che "sarebbe necessario rendere il Mes uno strumento di sviluppo europeo". Queto perché, ha proseguito, "in caso di difficoltà richiamerebbe gli Stati membri a rifondere il meccanismo stesso". Meloni ha sottolineato: "Crediamo che si debba aprire il dibattito su come il Mes sia uno strumento che non è stato molto utilizzato e quindi possa diventare uno strumento di sviluppo europeo". E rispondendo alle opposizioni e alle prese di posizione ideologiche, ha sostenuto che sia necessario "provare ad adeguare gli strumenti di cui disponiamo. Non sono mai dei totem, si valutano di fronte alla loro utilità. Registro che nel nostro dibattito quelli che sono strumenti diventano spesso dei totem indiscutibili".
Le repliche sulla guerra in Ucraina
Il premier ha replicato al M5s e alle sue proposte ideologiche che vorrebbero l'Italia fuori dai patti per l'invio delle armi all'Ucraina. Giorgia Meloni rivendica la posizione presa dal suo governo e sullo stop alle armi si rivolge ai pentastellati: "Bisognerebbe dirlo a Putin. Non si può consentire l'invasione dell'Ucraina. Se noi ci fermiamo la consentiamo. Pensate che a qualcuno piace la guerra? La situazione è più complessa di quanto dice la propaganda".
Quindi, ha aggiunto: "Ritenete che si debbano dare a Mosca i territori e come? Questo è quello che vorrei sentire. Così si sta facendo propaganda sulla pelle di una nazione sovrana e questo è irresponsabile".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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