Elisabetta I d’Inghilterra (1533-1603) ha segnato in maniera indelebile la storia inglese. Il suo regno ha spalancato le porte al Rinascimento, al fervore che accompagna le grandi evoluzioni in tutti i campi del sapere. Eppure tanto splendore nasconde un mistero rimasto irrisolto per secoli, un vero e proprio giallo che coinvolge direttamente la “Regina Vergine”, l’ultima sovrana Tudor, accusata di aver fatto uccidere la moglie di un suo presunto amante.
Dalla prigione al trono
Elisabetta è l’unica figlia sopravvissuta di Enrico VIII (1491-1547) e Anna Bolena (1501 circa-1536), sua seconda moglie accusata di tradimento, stregoneria, adulterio e giustiziata alla Torre di Londra per decapitazione. Quando Anna morì il Re tolse a Elisabetta il titolo di principessa, escludendola dalla linea di successione e mandandola in esilio a Hatfield con la sorellastra Maria (ovvero Maria la Sanguinaria, ma anche Maria la Cattolica, 1516-1558, figlia del sovrano e della prima moglie Caterina d’Aragona). Fu la sesta moglie di Enrico, Catherine Parr (1512-1548), a far riconciliare Enrico con Elisabetta e a ottenere che sia lei, sia Maria venissero incluse di nuovo nella successione al trono. La Regina fu una buona matrigna e prese a cuore l’educazione e il destino delle giovani principesse.
Enrico, ormai, aveva il suo tanto desiderato erede maschio, il futuro Edoardo VI Tudor (1537-1553, figlio della sua terza moglie, Jane Seymour), quindi non riteneva che Elisabetta e Maria potessero ambire al potere, o avere alcun tipo di influenza sul popolo e sulla corte. Si sbagliava. Edoardo morì di vaiolo e Maria ne approfittò per rivendicare il suo diritto al trono. Venne incoronata il 19 luglio 1553 ma, spaventata dalla possibilità che Elisabetta tentasse di detronizzarla, la fece imprigionare nella Torre di Londra.
I suoi consiglieri le chiesero di firmare anche la condanna a morte, ma Maria si rifiutò sempre di farlo, forse temendo una rivolta, poiché Elisabetta era pur sempre una Tudor. Questa situazione si sarebbe potuta protrarre per sempre se non si fosse messo di mezzo il destino: il 17 novembre 1558 Maria morì a causa di un tumore. Negli ultimi istanti di vita chiese alla sorellastra di mantenere il credo cattolico nel Paese, ma Elisabetta, cresciuta da fiera protestante, non aveva alcuna intenzione di assecondare quest’ultimo desiderio. Anzi, aveva già in mente la linea politica che avrebbe seguito da allora in avanti.
La "Regina Vergine"
Elisabetta venne incoronata il 15 gennaio 1559. La sua politica garantì una buona stabilità al regno, che consentì lo sviluppo delle arti, della letteratura, della scienza. Pensiamo che proprio nella prima era elisabettiana, non a caso ricordata come “The Golden Age” (“L’Età dell’Oro”) nacquero drammaturghi e poeti come William Shakespeare, Christopher Marlowe, ma anche filosofi e politici come Francis Bacon. Mancava solo un marito. Il matrimonio era ciò che tutta l’Inghilterra si aspettava, chiedendosi chi sarebbe stato il fortunato. La Regina scelse di non scegliere, diciamo così. Decise di non sposarsi. Per l’epoca si trattava di una stranezza, ma Elisabetta non tornò mai sui suoi passi.
Per quanto riguarda i motivi che l’avrebbero spinta in questa direzione vi sono molte ipotesi. Forse voleva conservare intatto il suo potere, la sua libertà d’azione (politica) che un consorte avrebbe potuto cercare di frenare con tutti i mezzi possibili. Non è escluso che Elisabetta temesse di essere detronizzata da un eventuale marito e magari persino condannata a morte. Non erano paranoie, bensì pericoli concreti. In più la morte della madre e una presunta storia di abusi che la sovrana avrebbe subìto quando aveva 13 anni da Thomas Seymour (fratello di Jane Seymour e quarto marito dell’ex Regina Catherina Parr) avrebbero influenzato la sua opinione sul genere maschile.
Secondo un’altra versione Elisabetta avrebbe temuto anche i rischi legati al parto, a quell’epoca per nulla rari (Jane Seymour e Catherine Parr morirono di febbre puerperale). La Regina, da brava stratega qual era, fece del suo status un’arma di propaganda, dichiarando di essere “sposata” con l’Inghilterra. A quanto pare, per dimostrare la sua totale fedeltà al Paese, indossava anche l’anello dell’incoronazione all’anulare sinistro. Per la Storia divenne “La Regina Vergine”.
In realtà Elisabetta avrebbe avuto diversi amanti. Tra questi vi sarebbe stato l’affascinante Robert Dudley (1532-1588), primo conte di Leicester, suo amico d’infanzia, che con lei condivise la prigionia nella Torre di Londra (il padre di Robert, infatti, aveva cospirato per favorire l’ascesa al trono di Jane Grey, pronipote di Enrico VIII, dopo la morte di Edoardo VI).
All’epoca della prigionia Dudley era già sposato con Amy Robsart (1532-1560), figlia di un nobile originario del Norfolk. Iniziarono a circolare molti pettegolezzi sulla Regina e il suo favorito (addirittura gli ambasciatori spagnoli sarebbero stati al corrente della liaison), finché il brusìo delle voci di Palazzo non venne interrotto da una drammatica notizia: l’8 settembre 1560 Amy era stata trovata senza vita nella sua dimora di Cumnor Hall (Oxford).
La strana morte di Amy Robsart
Il cadavere della moglie di Dudley era stato scoperto ai piedi delle scale e presentava le ossa del collo rotte. Il popolo e la corte inglese pensarono subito a un omicidio commissionato da Elisabetta oppure da Robert. Secondo le indiscrezioni dell’epoca, infatti, i due amanti avrebbero avuto intenzione di sposarsi e pare addirittura che la Regina fosse incinta di Dudley. Pare anche che il matrimonio del conte non fosse felice e che questi intravedesse nelle nozze regali la possibilità di riscattare se stesso e la sua famiglia, il cui nome era stato gettato nel fango con il complotto per la successione di Jane Grey.
Un’altra teoria sostiene che Robert avrebbe voluto, in realtà, sposare un’altra donna, la moglie del conte di Essex e per questo avrebbe avvelenato la povera Amy. In ogni caso la Robsart sarebbe stata il terzo incomodo. L’inchiesta successiva al decesso non portò a nulla e il caso venne chiuso come semplice morte accidentale, benché nessuno credesse a una simile ipotesi. I punti oscuri sono molti, ma a distanza di secoli nessuno è mai riuscito a ricostruire gli ultimi momenti di vita di Amy Robsart.
Diversi storici, però, hanno espresso delle perplessità in merito alla versione dell’assassinio commissionato dalla Regina o da Dudley. Tra l’altro Elisabetta sarebbe sempre rimasta ferma nel suo proposito di non sposarsi e pensare che abbia cambiato idea al punto di far uccidere la presunta rivale suonerebbe strano. Non impossibile, ma piuttosto incoerente con la sua personalità e la sua linea politica. C’è chi sostiene che Amy Robsart potrebbe essersi suicidata. Ad avvalorare questa tesi ci sarebbe la singolare decisione che la donna avrebbe preso proprio il giorno della sua morte: avrebbe chiesto ai valletti e alle parenti venute a farle visita di lasciarla sola per un po’. Avrebbero potuto impiegare il tempo visitando la fiera di Abington. Quando il gruppo tornò trovò Amy morta.
Dudley non partecipò ai funerali della moglie, ma saggiamente preferì rimanere nel Castello di Kew. Che si trattasse di omicidio o di suicidio, infatti, non faceva molta differenza per il popolo: la responsabilità di quella fine prematura era (anche) sua. Se l’uomo sperava davvero che la morte della moglie gli spianasse la strada verso il trono, aveva fatto male i suoi calcoli. Il “fantasma” di Amy lo perseguitò per sempre.
Le misteriose circostanze di questa dipartita ebbero ripercussioni anche sulla popolarità di Elisabetta la quale, sempre molto attenta all’immagine e all’umore dei sudditi, come pure al pensiero dell’opinione pubblica internazionale dell’epoca, avrebbe deciso di accantonare l’idea del presunto matrimonio. Altra ragione per cui appare piuttosto bizzarro che la Regina abbia fatto uccidere la moglie del suo amante. Astuta com’era, non poteva non prevedere la reazione dei sudditi di fronte a un gesto così eclatante. Potremmo ipotizzare che la decisione di organizzare un presunto omicidio fosse partita solo da Robert Dudley, ma allora sarebbe credibile ritenere che Elisabetta non ne fosse al corrente? Probabilmente non lo è e questo ci riporta al punto di partenza: se la sovrana sapeva, non poteva essere tanto ingenua da pensare che la tragedia di Amy passasse sotto silenzio.
C’è anche un’ultima possibilità: sembra che la Robsart fosse malata di cancro al seno.
Nulla esclude, quindi, che possa aver avuto un malore ed essere caduta dalle scale, oppure, come sostengono alcuni, la patologia avrebbe avuto come conseguenza una sorta di assottigliamento delle ossa del collo, che non avrebbero retto all’urto (accidentale o meno, non lo sappiamo) con i gradini. La morte di Amy Robsart rimane un mistero che forse nessuno riuscirà a svelare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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