Gli affitti brevi dovranno essere regolarizzati diversamente rispetto alla situazione attuale: è questo uno dei temi di cui si discute in queste ore seguendo la scia di quanto accade già negli Stati Uniti sugli Airbnb come abbiamo visto sul Giornale. Un nuovo ddl è pronto ed è stato consegnato dal ministro del Turismo, Daniela Santanché, alle associazioni con le quali il dialogo in questi mesi è stato aperto.
Cosa dice il nuovo testo
La normativa utilizzata per le locazioni brevi con finalità turistiche dovrà fornire "una disciplina uniforme a livello nazionale" oltre a "contrastare il fenomeno dell'abusivismo nel settore". Rispetto a quanto prospettato alcuni mesi fa sarà obbligatorio il Cin (Codice identificativo nazionale) per ogni immobile anche se resta da capire se dovrà essere richiesto dal gestore o dal proprietario. I Comuni dovranno controllare che sia ben segnalato, da chi affitta il proprio immobile, sui canali di promozione (ad esempio i siti web) ma piazzato ben visibile anche nell'ingresso dell'immobile in questione (o nell'edificio).
Addio ai pernottamenti mordi e fuggi che durano soltanto una notte: nei centri storici si potrà prenotare per un minimo di due notti così come nelle aree considerate di importante pregio ambientale (zone circostanti comprese): non ci saranno deroghe per le famiglie numerose come era stato previsto in un primo momento. Chi possiede più proprietà dovrà fare, inoltre, per bene i conti in tasca: non potrà locare oltre due immobili (prima erano quattro) oltre alla tassa con cedolare secca.
Quali saranno le multe
Per i furbetti del settore sono pronte sanzioni molto salate: cinquemila euro per chi affitterà il proprio immobile una sola notte e ottomila euro per chi lo darà in locazione senza Cin. Come richiesto da Federalberghi, poi, gli immobili avranno lo stesso iter degli alberghi e tutti dotati di dispositivi in grado di rilevare l'eventuale presenza del monossido di carbonio per rispettare i requisiti igienico-sanitari e di sicurezza degli impianti. All'Ansa, la Santanché ha affermato che l'obiettivo fosse quello di "formulare soluzioni efficaci ed efficienti che possano essere altamente condivise" anche perché "da molti anni che si aspettava un intervento specifico e non mi sembra che nessuno, prima di noi, né la sinistra che è stata per 10 anni al governo, né quei sindaci che oggi chiedono interventi urgenti, abbia mai voluto affrontare una questione così complessa e spinosa".
Il plauso di Federalberghi
Sulla questione degli Airbnb è intervenuto Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, che ha sottolineato l'operazione commerciale che compiono coloro i quali acquistano appartamenti che affittano durante il fine settimana: da qui la necessità di tassazione "come quella di tutti gli altri imprenditori. Troviamo che la norma di New York sia la cosa migliore. È possibile fare affitti brevi solo se l'host vive nello stesso appartmento". Non tutti, però sono d'accordo con il prossimo decreto legge come il presidente di Assohotel Confesercenti, Vittorio Messina, secondo il quale "bisogna lavorare per trovare una soluzione equilibrata, a tutela degli ospiti e della ricettività alberghiera ma anche di quella extra-alberghiera che opera all'interno delle regole".
Più contrariato Marco Celani, presidente dell'Associazione italiana gestori affitti brevi (Aigab) e
amministratore delegato di Italianway. "Di fatto, sono state accolte richieste del mondo alberghiero volte a introdurre limitazioni, restrizioni incomprensibili e a rendere più complicata la vita del proprietario".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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