Il Libro Verde, presentato oggi presso la sede del Cnel dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, è il primo tassello per delineare la politica industriale dell’Italia dei prossimi cinque anni che vedrà la luce all’inizio del prossimo anno con la stesura del Libro Bianco.
"Sono lieto che il ministro Urso ci faccia l'onore di avviare al Cnel questa nuova fase, dedicata all'ascolto e alla raccolta delle istanze e dei suggerimenti che giungono dai tanti stakeholder coinvolti”, ha detto il ‘padrone di casa’ Renato Brunetta, presidente del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro che ha definito come “la casa dei corpi intermedi, il luogo del confronto e del dialogo tra la molteplicità di soggetti che compongono la società civile”. Brunetta ha ricordato che alla scrittura del libro verde ha lavorato un gruppo congiunto, nato sulla base dell'accordo tra Cnel e Mimit del luglio 2023. La collaborazione ora prosegue con un ciclo di consultazioni che porterà alla pubblicazione del Libro Bianco che, nelle intenzioni del ministro Urso, avrà un orizzonte che arriva fino al 2050.
Il libro Verde, invece, nasce da una forte interlocuzioni con importanti enti come Banca d'Italia, Istat e Confindustria e rappresenta il punto di partenza per l’avvio di una consultazione che vedrà interessati vari soggetti pubblici e privati. Nel volume vengono indicati 15 grandi obiettivi che lo Stato dovrà perseguire nei prossimi anni tra cui: la tutela del Made in Italy, il consolidamento dell’Italia come potenza industriale nel mondo e di alcuni settori come l’automotive, la farmaceutica, la difesa e l'aerospazio. A tal proposito il ministro Urso ha annunciato l’arrivo della presentazione di una legge quadro sullo spazio e dell’economia del mare, mentre la prossima settimana approderà il Codice unico degli incentivi. Un altro obiettivo è raggiungere la decarbonizzazione prevista dal Green Deal “rafforzando e non distruggendo – ha precisato Urso - la competitività del sistema industriale europeo". Nelle intenzioni del ministro c’è la volontà di immaginare una ‘nuova politica industriale’ per i prossimi cinque anni che, dunque, cammini parallelamente col mandato della prossima commissione europea. Lo Stato, quindi, deve un ruolo “da stratega” creando le condizioni per raggiungere gli obiettivi, ma senza un atteggiamento troppo interventista o troppo disattento, soprattutto riguardo alla transizione ecologica, tecnologica e di carattere geopolitico.
In questo contesto si inserisce la presentazione di un quadro legislativo per il ritorno al nucleare di terza generazione avanzata o di quarta generazione in quanto l'energia nucleare rappresenta“l'unica soluzione che – conclude Urso - possa rendere competitivo il nostro sistema industriale e garantire l'autonomia strategica europea".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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