I capi di Stato e di governo dei Paesi Nato, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e rappresentanti dell’Unione europea si sono recati a Washington, per le celebrazioni dei 75 anni dell’Alleanza e una serie di vertici in cui verranno discusse questioni fondamentali per il futuro del blocco a guida Usa. I temi centrali sul tavolo sono tre: sostegno dell’Occidente a Kiev, stretta sul sostegno in capo al Patto atlantico delle forniture militari e dell’addestramento dei soldati ucraini e lanciare un messaggio di unità tra i 32 Stati membri.
Vi è anche un quarto tema che non riguarda l’Alleanza nel suo complesso, ma il presidente americano Joe Biden. Il vertice sarà infatti un test sulle capacità dell’inquilino della Casa Bianca di esercitare pienamente le sue funzioni, nel mezzo delle pressioni di molti democratici perché si ritiri dalla campagna elettorale. Sullo sfondo delle riunioni dei capi delle potenze occidentali, l’attacco russo a Kiev contro un ospedale pediatrico, l’accordo di difesa tra Polonia e Ucraina e l’incontro tra il premier indiano Narendra Modi e Vladimir Putin, durante il quale il leader di Nuova Dehli ha affermato che “non è possibile una soluzione sul campo di battaglia” per risolvere la crisi in Europa orientale.
Difesa aerea ed F-16: le richieste dell'Ucraina alla Nato
Appena atterrato a Washington, il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato che il suo obiettivo è ottenere “più difesa aerea” e “più F-16”, i caccia di fabbricazione statunitense che diversi Paesi dell’Ue dovrebbero consegnare a breve al Paese invaso. La necessità di un potenziamento della contraerea ucraina è stata resa tragicamente evidente dal massiccio attacco missilistico russo che lunedì 8 luglio ha colpito diverse città della nazione invasa.
Durante il vertice, inoltre, dovrebbero arrivare anche le garanzie da parte dei vari governi sul raggiungimento degli aiuti assicurati dall’inizio dell’invasione, il cui totale potrebbe attestarsi attorno ai 43 miliardi di dollari. Questa mossa avrebbe l’obiettivo di mettere al sicuro gli impegni da un’eventuale vittoria di Donald Trump alle elezioni di novembre e da riluttanze o strappi all’interno della compagine europea. Un alto funzionario della Casa Bianca ha affermato che gli annunci al termine del vertice “saranno significativi” e includeranno “nuovi passi per rafforzare la difesa aerea ucraina”, un processo che il presidente Joe Biden ha indicato come “ponte verso l’adesione di Kiev all’Alleanza”. Il presidente Zelensky incontrerà anche i rappresentanti di oltre 20 Paesi con cui ha firmato accordi di sicurezza bilaterali.
Integrazione degli accordi bilaterali: gli obiettivi di coordinamento dell'Alleanza
Nel documento finale del vertice sarà presente anche la questione dell’adesione dell’Ucraina alla Nato, anche se non è ancora chiaro come sarà specificata o in che cosa si tradurrà concretamente. Per il momento, il Paese invaso è legato ai membri del Patto atlantico da una serie di accordi di cooperazione a breve termine. Una ventina di questi prevedono sostegno militare e finanziario. Nel 2023, sono state 32 le nazioni ad essersi impegnate in tal senso.
“Svilupperemo un quadro integrato in cui tutti questi accordi bilaterali di sicurezza saranno riuniti e costituiti in un sistema di rafforzamento reciproco che amplifica l'impatto di ciascun accordo in un insieme comune”, ha spiegato un funzionario dell’amministrazione Biden, specificando che questi patti non sostituiscono la piena adesione del Paese al blocco a guida Usa, ma “è una delle cose che consideriamo parte di quel ponte verso la possibilità che un giorno l'Ucraina possa aderire alla Nato”. Il cammino verso questo obiettivo sarà lungo e molto lento, esattamente come l’adesione all’Unione europea, e Washington ha sottolineato l'importanza “vitale” dei processi di riforme dell’assetto politico ed economico che Kiev dovrà intraprendere per entrare a pieno titolo tra le fila del mondo occidentale.
Fronte Sud e assistenza a Kiev: la strategia del premier Meloni
L'Italia si presenterà con una posizione solida al vertice Nato. Giorgia Meloni punterà ad ottenere la nomina di un nostro connazionale come alto rappresentante dell'Alleanza per il Sud, un ruolo conteso anche da Parigi e Madrid ma che vedrebbe le quotazioni di Roma in vantaggio, anche grazie all'impegno del governo sul Piano Matteri per l'Africa. Su forte spinta del premier, inoltre, durante l'incontro verrà anche approvato un pacchetto di misure incentrate sul dialogo politico e la collaborazione pratica con le nazioni lungo la sponda meridionale del Mediterraneo.
Anche per quanto riguarda il conflitto in Ucraina, Meloni arriva forte di una posizione di sostegno a Kiev rispetto alla quale non ha mai tentennato, anche quando sedeva sugli scranni dell'opposizione.
Unico punto dolente sarà il mancato raggiungimento delle spese per la difesa pari al 2% del Pil, riguardo al quale il nostro Paese ha però negoziato uno slittamento al 2028 durante il premierato di Mario Draghi.
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