La stanchezza, il jet lag, il sonno: le assurde scuse di Biden per il flop contro Trump

La disastrosa performance di Usa Joe Biden contro Donald Trump? Per il presidente Usa è colpa del jet lag accumulato nelle settimane precedenti. "Quasi mi addormentavo"

La stanchezza, il jet lag, il sonno: le assurde scuse di Biden per il flop contro Trump
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"Ero stanco". Il presidente Usa Joe Biden giustifica così la sua disastrosa performance nel dibattito contro Donald Trump andato in onda sulla Cnn la scorsa settimana che ha gettato nel panico il partito democratico. L'inquilino della Casa Bianca ha dato la colpa al jet lag accumulato nelle ultime settimane per via dei viaggi diplomatici in Europa e al G7, in Italia, spiegando che "non è stato molto intelligente" aver "viaggiato intorno al mondo un paio di volte" prima del dibattito contro l'agguerrito avversario repubblicano. "Non ho ascoltato il mio staff e poi mi sono quasi addormentato sul palco", ha detto. In realtà, come nota la Bbc, la giustificazione di Biden non sta in piedi: l'81enne presidente Usa è infatti tornato a Washington il 15 giugno, quasi due settimane prima il dibattito contro The Donald del 27 giugno scorso.

Biden tenta di giustificarsi ma i dem sono nel panico

La Casa Bianca ha dichiarato che il presidente Joe Biden non si sottoporrà a un test cognitivo e non ha il morbo di Alzheimer o la demenza senile. Rispondendo alle domande dei giornalisti, la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha infatti dichiarato che non è necessario che il presidente Usa svolga dei test cognitivi. "Il suo team ha detto che non è giustificato in questo caso" ha affermato Jean-Pierre. "Abbiamo presentato un rapporto annuale approfondito e trasparente sulla sua salute. Quindi hanno detto che non è giustificato. Non è necessario". Nel frattempo, però, crescono le pressioni fuori e dentro il partito affinché Biden faccia un passo indietro. Il deputato dem texano Lloyd Doggett è il primo a chiedere in maniera esplicita che il comandante in capo si ritiri dalla corsa presidenziale: "Spero che prenda la dolorosa e difficile decisione di ritirarsi" ha affermato. "Rappresento il cuore di un distretto congressuale un tempo rappresentato da Lyndon Johnson. In circostanze molto diverse, ha preso la dolorosa decisione di ritirarsi. Il presidente Biden dovrebbe fare lo stesso".

Cresce la pressione sul presidente Usa. Pronta Kamala Harris?

Anche la Cnn sottolinea che Biden deve fare molto di più per placare il panico tra i dem causato dalla sua pessima prestazione nel dibattito con l'ex presidente Donald Trump, e in fretta. "C'è un ampio e crescente gruppo di democratici della Camera preoccupati per la candidatura del presidente, che rappresentano un'ampia fascia del caucus" riferisce l'emittente, mentre crescono i malumori e le preoccupazioni del partito per le condizioni psico-fisiche del presidente degli Stati Uniti. Il comitato editoriale del New York Times ha chiesto a gran voce che Biden abbandoni la corsa per il bene del Paese, mentre lo storico giornalista del Washington Post Bob Woodward ha dichiarato che la prestazione del presidente è stata "così pessima, così orribile" da aver scaricato una "bomba politica all'idrogeno" sulla Casa Bianca.

Ad oggi il suo staff ha dichiarato che il presidente non ha alcuna intenzione di ritirarsi, ma la pressione è destinata a crescere e Biden potrebbe essere costretto a cambiare idea. A quel punto il sostituto più probabile è la vicepresidente Kamala Harris, anche se il grande sogno di una larga fetta dell'elettorato liberal è rappresentato dall'ex first lady Michelle Obama.

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