Biden valuta la revoca dei limiti all'uso di armi Usa: potranno colpire la Russia

Il presidente Usa starebbe considerando la possibilità di rimuovere alcune restrizioni all'utilizzo delle armi americane da parte di Kiev per colpire la Federazione e punire la Cina per l'aiuto fornito a Mosca

Biden valuta la revoca dei limiti all'uso di armi Usa: potranno colpire la Russia
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Mentre i russi continuano ad avanzare nelle regioni di Kharkiv e Donetsk, gli Stati Uniti stanno valutando possibili cambiamenti nella loro strategia per aiutare Kiev a resistere. Stando a quanto scritto sul Washington Post dall’editorialista David Ignatius, il presidente Joe Biden starebbe valutando due nuove contromisure: revocare i limiti imposti al Paese invaso sull’uso delle armi a corto raggio fornite dagli Usa e “punire” la Cina per aver fornito tecnologia a Mosca.

Il giornalista americano ha sottolineato che queste mosse rappresenterebbero un’escalation significativa nella politica “attentamente calibrata di Biden”, che ha sostenuto l’Ucraina cercando di evitare “il confronto diretto con il presidente russo Vladimir Putin o il suo alleato chiave, la Cina di Xi Jinping”. Le valutazioni della Casa Bianca, inoltre, sarebbero un segnale della crescente preoccupazione dell’amministrazione riguardo alla vulnerabilità di Kiev sul campo di battaglia.

Per quanto riguarda la questione degli armamenti, la situazione ai vertici degli Stati Uniti è poco chiara. Martedì 28 maggio, il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby ha dichiarato che “non c’è alcun cambiamento nella nostra politica su questo punto. Non incoraggiamo né consentiamo l’utilizzo di armi fornite dagli Stati Uniti per colpire all’interno della Russia”. Diversi Paesi Nato, però, hanno iniziato a rimuovere le limitazioni imposte a Kiev. Da ultima, la Polonia ha affermato tramite il viceministro della Difesa Cezary Tomczyk che “non esistono restrizioni di questo tipo sulle armi polacche fornite all'Ucraina”. Le pressioni degli alleati potrebbero dunque convincere gli Stati Uniti ad ammorbidire le proprie posizioni.

La Cina, invece, è finita nel mirino dell’Occidente sin dall’inizio del conflitto per l’aiuto fornito all’”amico” Putin. Nel 2023, gli Stati Uniti hanno dichiarato di avere prove sul fatto che la Repubblica popolare stesse valutando di armare la Federazione, ma non le hanno mai diffuse. Il 22 maggio scorso, il ministro della Difesa britannico Grant Shapps ha affermato che “oggi posso annunciare che abbiamo le prove di cooperazione tra Russia e Cina nel campo delle armi utilizzate in Ucraina”. Il titolare del dicastero di Londra ha spiegato che i dati dell’intelligence americana e inglese hanno confermato che “gli aiuti letali stanno già arrivando o arriveranno dalla Cina alla Russia, e da lì all'Ucraina”.

Ad oggi, è stato confermato che Pechino ha esportato nella Federazione componenti per la creazione di missili e armi ad alta tecnologia, quindi non dispositivi bellici completi.

In ogni caso, ha fornito un aiuto allo zar nella sua campagna di conquista nonostante gli avvertimenti di Washington, che ha subordinato il proseguimento delle relazioni economiche tra le due sponde del Pacifico al fatto che la Repubblica popolare prenda le distanze da Mosca.

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