Dimissioni in massa nei Verdi tedeschi: Scholz sempre più nei guai

Dopo la batosta elettorale nelle ultime tre elezioni regionali tenute a settembre, i leader Ricarda Lang e Omid Nouripour annunciano l'immediato cambio di passo: crolla in Germania il mito dell'ideologia green

Dimissioni in massa nei Verdi tedeschi: Scholz sempre più nei guai
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Svolta piuttosto clamorosa nello scenario della politica tedesca dopo le ultime elezioni regionali: si è dimesso infatti l'intero direttivo del partito dei Verdi, partner importantissimo di governo per il cancelliere Olaf Scholz. Lo hanno annunciato i leader Ricarda Lang e Omid Nouripour. Ai primi di settembre, già i pessimi risultati delle consultazioni elettorali che si erano tenute in Turingia e Sassonia avevano già anticipato il boom dell'ultradestra Afd, insieme a una pressoché sparizione dei liberali aprendo, poi, a fronte della sostanziale tenuta della Cdu, il rebus delle alleanze necessarie per governare. Il flop in Brandeburgo ha fatto sì che i dirigenti ne traessero le inevitabili conseguenze, per un fallimento pressoché totale dell'ideologia green.

"Vogliamo che questo partito s'impegni per il futuro, e ci assumiamo la responsabilità promettendo un nuovo inizio. Siamo molto orgogliosi di quello che abbiamo fatto, abbiamo guidato il partito in tempi difficili", ha dichiarato la co-leader del Verdi tedeschi, Ricarda Lang, annunciando così la decisione del presidio del partito federale di fare un passo indietro dopo il crollo alle urne nelle tre land tedeschi. I due rappresentati più importanti del partito hanno quindi annunciato un cambio ai vertici: i successori saranno votati a novembre al congresso che si terrà a Wiesbaden. "Serve un nuovo inizio. È tempo dimettere il destino di questo meraviglioso partito in nuove mani", ha proseguito Nouripour.

Il voto in Brandeburgo di domenica scorsa - dove i Grün non hanno nemmeno raggiunto la soglia di sbarramento necessaria per entrare nel Parlamento regionale - è il segnale del fatto che "il nostro partito versa nella peggiore crisi dell'ultima decade. È doveroso superare questa crisi". Tuttavia in gioco non ci sarebbe il destino di quel movimento, "quanto piuttosto la possibilità anche in futuro di fare una politica per la pace, la libertà, la giustizia, il benessere e la protezione del clima. Serve un cambiamento", ha aggiunto assicurando un'immediata svolta che, in ogni caso, rappresenta un colpo di scena non irrilevante per il cancelliere socialdemocratico in carica.

La debacle era già stata avviata dalle elezioni in Turingia e Sassonia di poche settimane fa. Nel dettaglio, AfD aveva ottenuto il 32,8% in Turingia. La Cdu si era fermata al 23,6%. Bsw ha ottenuto il 15,8%, lasciando molto indietro la sinistra di Die Linke, crollata al 13,1%. I partiti della coalizione di governo "a semaforo" avevano subito pesanti perdite: con il 6,1% la Spd ha registrato il suo peggior risultato in un'elezione statale dalla fondazione della Repubblica Federale Tedesca.

Verdi fuori dal Parlamento con il 3,2%, così come i liberali del Fdp con l'1,1%. In Sassonia, la Cdu ha il 31,9%, l'AfD insegue con il 30,6%. Il Bsw ha ottenuto l'11,8%, l'Spd è al 7,3%, Die Linke il 4,5%, meno della metà dei voti di cinque anni fa (10,4%),

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