Finisce l'era di Sanna Marin: premier finlandese sconfitta. Vince il centrodestra

Il Partito di Coalizione Nazionale (centrodestra) è il chiaro vincitore delle elezioni, davanti all'ultradestra dei Veri Finlandesi. Solo terzo il Partito Socialdemocratico del Primo ministro Marin

Finisce l'era di Sanna Marin: premier finlandese sconfitta. Vince il centrodestra

Elezioni primaverili in Finlandia. I cittadini del Paese scandinavo si sono recati alle urne dopo 4 anni per rinnovare i 200 membri della Eduskunta, il parlamento finlandese. I seggi si sono chiusi alle 19.00 italiane e a scrutinio quasi ultimato il vincitore è il centrodestra del Partito di Coalizione Nazionale di Petteri Orpo. I liberal-conservatori hanno conquistato 48 seggi, seguiti dal Partito Veri Finlandesi (46 seggi). Solo terzo il Partito Socialdemocratico della premier uscente Sanna Marin, che si è fermato a 43 deputati eletti, migliorando di poco la performance del 2019.

Dalla ripartizione definitiva dei seggi (il sistema elettorale è proporzionale) dipenderà la formazione del prossimo governo, ma un dato sembra inequivocabile: a crescere sono i partiti di destra. In serata è arrivata anche l'ammissione della sconfitta da parte di Sanna Marin. "Il mio partito ha guadagnato consensi e abbiamo più rappresentanti in parlamento, quindi, come leader del partito, sono molto contenta", ha detto l'esponente socialdemocratica, che avverte di negoziati difficili con il centrodestra.

Di tutt'altro spirito il premier in pectore, Petteri Orpo. "È stata una grande vittoria - dichiara il 53enne ex ministro delle Finanze -. Sulla base di questo risultato elettorale, cominceremo a negoziare un governo in Finlandia".

La Finlandia di Sanna Marin tra ingresso nella Nato e immigrazione

Per Marin, primo ministro dal 2019, quella di oggi non era una sfida in discesa, avendo guidato il Paese durante la pandemia. La Finlandia è cambiata parecchio sotto il suo esecutivo, nonostante il World Happiness Report delle Nazioni Unite continui a definirla ogni anno la nazione più felice del mondo a partire dal 2018.

L’invasione russa dell’Ucraina ha convinto Helsinki ad abbandonare la sua secolare neutralità, ma durante la campagna elettorale, coincisa con l’ingresso definitivo nella Nato, la politica estera è stata oscurata dai temi economici e ambientali: la sinistra spinge sulla settimana lavorativa di 4 giorni, mentre l'opposizione è più dubbiosa riguardo agli impegni sul clima, in particolare la promessa di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.

Sanna Marin

Sui rapporti con la Russia, che condivide una frontiera lunga oltre mille km, c’è un consenso unanime che rispecchia gli umori dell'opinione pubblica, favorevole al Patto atlantico. Marin si è recata più volte in visita in Ucraina nel corso degli ultimi 12 mesi e nel frattempo ha dato l'ok alla costruzione di una barriera al confine con Mosca, dopo aver bloccato, la scorsa estate, i visti turistici ai cittadini russi, segnando uno storico cambio di passo. Prima della guerra, infatti, era il centrodestra finlandese a tenere una linea più atlantista: ora tutti gli altri si sono accodati.

Sull’immigrazione però Marin è stata aspramente criticata, in particolare dall'opposizione, che propone regole più rigide anche in sede europea. Il Primo ministro ha risposto alle contestazioni tacciando la sua diretta avversaria Riikka Purra (Veri Finlandesi) di "razzismo", un'accusa inaudita per la politica finlandese, caratterizzata di solito da maggiore sobrietà. Nell'agosto 2022 la vita privata della premier è diventata un caso quando sono stati pubblicati dei filmati che la ritraevano ballare a una festa privata.

Leader finlandesi, elezioni 2023
Da sinistra: Riikka Purra, Sanna Marin e Petteri Orpo

Le possibili coalizioni di governo

Il quadro che sta emergendo ricorda un po' quello delle elezioni di settembre 2022 nella vicina Svezia,che ha accompagnato Helsinki nel chiedere l'adesione alla Nato. A Stoccolma la socialdemocratica Magdalena Andersson è stata sostituita dagli elettori con un’alleanza tra i moderati di centrodestra e la destra radicale dei Democratici svedesi, culminando nel governo di Ulf Kristersson.

Prima del voto odierno in Finlandia, il Partito di Coalizione Nazionale non aveva escluso un patto con i Veri Finlandesi, con cui potrebbe raggiungere la maggioranza in parlamento insieme ad altri partiti minori. Il leader della formazione politica più votata riceve però il mandato a formare un nuovo governo dal presidente Sauli Niinistö. Un secondo scenario potrebbe dunque prevedere delle larghe intese tra i socialdemocratici e i liberal-conservatori, stavolta con Orpo a capo dell'esecutivo. La coalizione che sosteneva il Primo ministro è apparsa troppo litigiosa: prima del voto, il Partito di Centro ha fatto sapere di non voler più governare con i partiti di sinistra.

Sanna Marin, la più giovane premier nella storia del suo Paese, non è riuscita a sopravvivere a questo test elettorale, il più ravvicinato degli ultimi decenni.

È ancora presto per emettere sentenze, e va detto che in Finlandia è raro che il partito al potere venga rieletto, ma a giudicare dalle recenti congiunture regionali il modello progressista scandinavo sta cominciando a scricchiolare, sebbene non con una robusta virata a destra.

Petteri Orpo
Petteri Orpo, leader del Partito di Coalizione Nazionale, festeggia i risultati elettorali.

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