Gli incendi a Los Angeles e le assicurazioni che non pagano: così i social invocano Luigi Mangione

Crescono le polemiche per le polizze sugli immobili nella aree a rischio incendi in California non rinnovate negli ultimi anni dalle compagnie assicurative

Gli incendi a Los Angeles e le assicurazioni che non pagano: così i social invocano Luigi Mangione
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Un raggio di speranza nel mezzo di un quadro desolato”. È questo il titolo con il quale il Los Angeles Times ha aperto oggi la sua edizione cartacea facendo riferimento ad un temporaneo attenuamento dei venti di Santa Ana che sin qui hanno permesso agli incendi di dilagare tra le colline e le montagne che circondano la metropoli californiane. E mentre la portata del disastro prende sempre più consistenza ed infuria la polemica contro le autorità democratiche che amministrano il Golden State, cominciano a montare le proteste anche contro le compagnie assicurative.

Infatti, nelle aree della California dove il rischio incendi è maggiore le compagnie hanno tagliato le coperture ai nuovi proprietari di casa a causa del riscaldamento climatico che ha reso tale eventualità troppo frequente e quindi poco vantaggiosa per l’industria delle assicurazioni. Secondo i dati del Department of Insurance dello Stato negli ultimi quattro anni hanno adottato questa soluzione sette delle 12 principali compagnie californiane. Tra il 2020 e il 2022 non sono state rinnovate 2.8 milioni di polizze, 531mila nella sola contea di Los Angeles. La scorsa estate State Farm, il più grande assicuratore della California, ha cancellato 72mila polizze, incluse 30mila per abitazioni, eliminandone ben 1626 in una delle aree, a Pacific Palisades, in cui le fiamme sono fuori controllo.

Alcune coperture non sono state rinnovate per volontà dei residenti – in molti hanno fatto ricorso alla soluzione ibrida del "California FAIR Plan" che però costa di più e offre coperture minori rispetto ai privati - ma la gran parte sono state interrotte dalle assicurazioni, le quali hanno inoltre spesso aumentato i premi. Stratagemmi che difficilmente riusciranno a mitigare gli effetti dell’incendio più distruttivo della storia di Los Angeles. La banca JP Morgan stima perdite attorno ai 50 miliardi di dollari. Di questi almeno 20 dovrebbero essere coperti dalle assicurazioni.

Le autorità precisano che il bilancio delle vittime, ora fermo a 11, è destinato ad aumentare. Sino ad ora sono 12mila le strutture danneggiare o distrutte e oltre 150mila le persone sotto ordine di evacuazione. La rabbia della popolazione cresce e, come riferisce il Newsweek, i social vengono inondati da sfoghi dai toni deliranti con riferimenti a Luigi Mangione, l’uomo accusato di aver ucciso Brian Thompson, il chief executive di UnitedHealthcare, una delle più grandi assicurazioni sanitarie americane.

Non sono infatti in pochi sui social a vedere nel ventiseienne affetto da gravi problemi di salute il "vendicatore" che punisce le compagnie assicurative, ritenute avide e indifferenti ai problemi dei comuni cittadini. A riaccendere l’attenzione a livello nazionale su quello che alcuni hanno definito il “killer eroe” sono state proprio le notizie sullo scandalo delle polizze californiane. “Chi è il Ceo di State Farm?”, si chiede un utente su X corredando il suo post con una foto del presunto assassino di Thompson. Un altro ha commentato la cancellazione delle coperture affermando che i proprietari di case a Pacific Palisades e altre aree dovrebbe seguire l’esempio di Mangione.

Intanto le fiamme continuano ad avanzare. Gli ultimi dati riportati dal Los Angeles Times mostrano come l’incendio di Pacific Palisades sia contenuto solo all’8%. Ad Eaton il contenimento è al 3%, ad Hurst al 37%, a Kenneth al 35% e a Lidia al 75%.

Il presidente Biden ha parlato di uno "scenario da guerra" accusando i "troppi demagoghi" che cercano di approfittare delle difficoltà e della disinformazione. Ed è in tale contesto che quello scatenato dalla rabbia sembra essere l'incendio più pericoloso di tutti.

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