«Mancanza di fiducia reciproca». Con questa motivazione il capo del governo israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato il licenziamento del ministro della Difesa Yoav Gallant, un rivale di lungo corso all'interno del partito di cui entrambi fanno parte, il Likud, e con il quale da mesi, nonostante il lavoro gomito a gomito, emergono divergenze. Secondo indiscrezioni, Netanyahu avrebbe anche intenzione di licenziare i vertici dell'Esercito e dello Shin Bet, il servizio di intelligence interna. Gallant sarà sostituito dal ministro degli Esteri Israel Katz, il cui posto sarà a sua volta preso da Gideon Sa'ar, finora ministro senza portafoglio. Ma la sua decisione scatena le proteste di piazza del Forum delle Famiglie, in attesa del rientro degli ostaggi da Gaza e convinto che la decisione allontani ancora un accordo.
«Purtroppo, anche se nei primi mesi di guerra c'era fiducia e si è svolto un lavoro molto fruttuoso, negli ultimi mesi questa fiducia tra me e il ministro della Difesa si è incrinata», ha spiegato Netanyahu, che ha sempre considerato troppo stretto il rapporto del ministro con gli americani. Il premier contesta anche decisioni e dichiarazioni che contraddicevano le scelte del governo. «Ho fatto molti tentativi per colmare queste lacune, ma continuavano ad ampliarsi», afferma. «Sono venuti a conoscenza del pubblico in un modo inaccettabile e, peggio ancora, sono venuti a conoscenza del nemico: i nostri nemici si sono divertiti e ne hanno tratto molti benefici». Secondo Netanyahu, la maggior parte dei membri del governo è d'accordo con lui. Il leader dell'opposizione Yair Lapid invece definisce la scelta «un atto di follia».
Appena licenziato, con una lettera brevi manu consegnata dal premier e l'annuncio di dover sloggiare entro 48 ore, l'ex ministro della Difesa israeliano ha scritto su X: «La sicurezza dello stato di Israele era e resterà sempre la missione della mia vita».
Il ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir, leader dell'ultradestra, ha accolto con favore la decisione di Netanyahu. Il premier ha fatto bene a rimuoverlo dal suo incarico», ha afferma Ben Gvir, che in più occasioni aveva chiesto la cacciata di Gallant.
«Non era possibile ottenere una vittoria assoluta» con Gallant in carica, ha aggiunto.A Gaza intanto è salito a 43.391 il numero dei palestinesi uccisi dal 7 ottobre dello scorso anno. Sono invece 102.347 le persone ferite in oltre un anno di guerra.
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