"Vicini a un accordo": a che punto è la trattativa Israele-Hamas sugli ostaggi

Lo sceicco Mohammed Bin Abdulrahman Al Thani afferma che "ci sono stati buoni progressi negli ultimi giorni". Conferme anche dagli Stati Uniti e dall'ambasciatore Herzog

"Vicini a un accordo": a che punto è la trattativa Israele-Hamas sugli ostaggi
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Sul fronte dei circa 240 ostaggi israeliani detenuti da Hamas a Gaza, arrivano conferme da più fonti che l'accordo tra le parti è vicino. Sebbene gli Stati Uniti non abbiano ancora la quadra definitiva per arrivare alla liberazione, ha dichiarato domenica il vice consigliere per la sicurezza nazionale Jon Finer, molte divergenze su questo fronte sono state appianate. "Crediamo di essere più vicini di quanto non lo siamo mai stati al raggiungimento di un accordo finale", ma "su una questione così delicata, così impegnativa, vale il mantra che nulla è concordato finché tutto non è concordato", ha sottolineato nel corso dell'intervista rilasciata al programma televisivo "Face the Nation".

Ogni minuto, ha aggiunto, "ogni ora, ogni giorno che queste persone trascorrono in questa situazione è troppo lungo", ha detto. “Non è accettabile che siano trattenuti così a lungo. Ecco perché è nostra priorità non solo farli uscire ad un certo punto, ma farli uscire assolutamente il prima possibile”. Il Washington Post ha riferito sabato sera che Hamas era vicina ad accettare di liberare almeno 50 ostaggi in cambio di una tregua di 5 giorni, ma Washington ha chiarito che un accordo in tal senso non è ancora stato raggiunto e il Post ha dovuto fare marcia indietro. "Non abbiamo ancora raggiunto un accordo, ma continuiamo a lavorare duramente per arrivare a un accordo", ha scritto la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Adrienne Watson su X.

La mediazione del Qatar

Non solo gli Stati Uniti, storico alleato e sostenitore di Israele: anche il Qatar, maggior finanziatore di Hamas ma ottimo partner diplomatico-economico dell'occidente, rappresenta un attore fondamentale in grado di mediare tra le parti. Il primo ministro del Qatar, confermando quanto già sottolineato da Finer e da Washington, ha dichiarato che restano da risolvere solo piccole divergenze tra Hamas e Israele prima di giungere a un accordo sulla liberazione degli ostaggi. In particolare, il Guardian riferisce che il Qatar è stato al centro di un'intensa attività diplomatica volta al rilascio di un gran numero di ostaggi, a partire da bambini e donne.

Per consentire il trasporto degli ostaggi sarebbe stata concordata una pausa umanitaria della durata di cinque giorni. Lo sceicco Mohammed Bin Abdulrahman Al Thani, in occasione di una conferenza stampa congiunta a Doha con Josep Borrell, capo degli affari esterni dell'Ue, ha dichiarato: "Le sfide che l'accordo deve affrontare sono solo pratiche e logistiche. Negli ultimi giorni ci sono stati buoni progressi". Al Thani si è dunque detto "più fiducioso" di poter presto raggiungere "un accordo che possa riportare le persone in sicurezza nelle loro case".

Conferme arrivano anche dall'ambasciatore israeliano negli Usa, Michael Herzog, intervistato dalla Abc: "Siamo fiduciosi sulla possibilità che un numero significativo di ostaggi venga liberato nei prossimi giorni". Ha poi aggiunto: "Non voglio entrare nei dettagli di questi colloqui. Sono ovviamente molto sensibili. Meno entriamo nei dettagli, maggiori sono le possibilità di un accordo del genere. Ma sono sforzi molto seri e sono fiducioso che possiamo avere l'accordo nei prossimi giorni", ha dichiarato.

Quanti sono gli ostaggi detenuti da Hamas

Ad oggi sono stati rilasciati solo quattro ostaggi, in due momenti diversi.

Si ritiene, scrive sempre il Guardian, che siano ancora detenute presso la Striscia di Gaza 239 persone provenienti da 26 paesi diversi, tra cui alcune con doppia cittadinanza. Secondo Hamas almeno 30 ostaggi sono stati uccisi durante i bomardamenti israelian a Gaza, ma si tratta di una notizia impossibile da verificare in maniera indipendente.

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