Vladimir Putin ha fatto un passo verso la pace, almeno a parole. Alla vigilia dal suo viaggio in Cina per incontrare il presidente Xi Jinping, il leader di Mosca ha lodato la proposta in dodici punti per porre fine alla guerra in Ucraina presentata da Pechino il 24 febbraio 2023. In una intervista a Cmg (China media group) ripresa dall’agenzia Tass, Putin si è detto grato “ai nostri amici cinesi per aver provato a pensare a modi per porre fine a questa crisi”, con un piano “assolutamente realistico” utilizzabile come base per un accordo.
Il presidente russo si è poi lamentato della riluttanza di Kiev ad impegnarsi per l’avvio di trattative serie e dei continui cambiamenti di posizione delle amministrazioni statunitensi. In particolare, l’inquilino del Cremlino ha fatto riferimento all’accordo sul nucleare iraniano, sottolineando che “ci siamo accordati, abbiamo raggiunto un compromesso, abbiamo firmato i documenti. È arrivata un'altra amministrazione e ha buttato tutto nella spazzatura, come se questi accordi non fossero mai esistiti”. Vladimir Putin è tornato a parlare anche delle relazioni tra Mosca e Pechino, definendole fondamentali “per la stabilità globale”.
La partnership tra Cina e Russia, dunque, è tornata sotto i riflettori. L’asse tra i due Paesi asiatici, forse consumato ma sicuramente non spezzato dal lungo conflitto in Ucraina, ha probabilmente acquisito un’importanza ancora maggiore agli occhi di Putin sia per l’approssimarsi della fine del 2023, sia per la situazione sul campo di battaglia, soprattutto dal punto di vista degli scambi commerciali.
Molti analisti hanno affermato che il 2024 sarà per la Russia l’anno “del tutto per tutto”. Un’osservazione, questa, derivata dal fatto che Mosca ha intenzione di aumentare del 68% il bilancio della Difesa. Potrebbe essere un segnale della volontà di Putin di sferrare un colpo decisivo alla resistenza ucraina sfruttando una superiorità schiacciante in termini di uomini e mezzi, oltre alla “stanchezza” sempre più evidente del fronte occidentale pro-Kiev. Questo sentimento di Nato e Unione europea è stato spesso definito anche come “insoddisfazione” per gli scarsi risultati raggiunti dalla controffensiva ucraina che, dopo mesi di combattimenti sanguinosi, non è riuscita a raggiungere gli obiettivi prestabiliti ed è destinata a fermarsi per l’arrivo dell’autunno e del gelo invernale.
I russi hanno ripreso l’iniziativa, uscendo dalle loro fortificazioni e passando all’attacco ad Avdiivka, caposaldo di Kiev nella regione del Dontesk, e nella zona di Kupyansk. Stando alle testimonianze che arrivano dal fronte, le truppe di Mosca hanno schierato un imponente quantitativo di soldati e veicoli da combattimento, forze fresche che gli ucraini respingono a fatica.
Il comandante delle forze terrestri del Paese invaso, Oleksandr Syrskyi, ha ammesso che “i combattimenti nel nord-est sono peggiorati in modo significativo, soprattutto qui e a Kupyansk. Ci troviamo a dover far fronte a decine di assalti quotidiani da parte di gruppi, supportati da veicoli blindati, che conducono un pesante fuoco di mortaio e artiglieria sulle nostre posizioni”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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